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DIAGNOSI APPROFONDITE NEL CENTRO DI SALUTE LUIGI TEZZA DI KOKUMBO

Salute e Sviluppo opera da più di 25 anni seguendo l’esempio di San Camillo de Lellis, fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani) e patrono universale dei malati e degli infermi. Il focus della maggior parte dei nostri progetti è la salute e grazie all’aiuto dei camilliani – presenti in più di 40 paesi del mondo –  cerchiamo di intervenire in tutte quelle zone in cui vengono registrate carenze. La completa sinergia tra noi e le comunità camilliane del mondo rende duraturi e radicati al territorio i nostri progetti, tutti pensati per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute delle popolazioni maggiormente in difficoltà.

Oggi 25 maggio, anniversario della nascita di San Camillo, vogliamo parlarvi di uno degli ultimi progetti di carattere sanitario che abbiamo appena inaugurato: “Acquisto apparecchiatura di laboratorio per il Centro di Salute Luigi Tezza di Kokumbo”.

Kokumbo è un villaggio che si trova in Costa d’Avorio, un paese che nonostante la costante crescita economica, presenta ancora numerose carenze, specialmente nelle zone rurali. Per combattere questa situazione, da più di 10 anni le Figlie di San Camillo sono presenti nel paese, portando avanti progetti di carattere sanitario e assistenziale.

Grazie al loro costante impegno, nel 2009 è nato il Centro di Salute Beato Luigi Tezza, vicino i villaggi di Kokumbo e di Niamkey Konankro, a circa 50 km dalla capitale amministrativa del paese Yamoussoukro. Da quando ha preso vita il Centro rappresenta un polo sanitario fondamentale per la popolazione locale, che ha potuto usufruire del sostegno delle missionarie e di consultazioni mediche e cure per le più svariate malattie, tra cui anche l’Ulcera di Buruli.

Nonostante l’efficienza del Centro, attualmente è ancora possibile effettuare solo esami diagnostici di base, ma non analisi approfondite che consentirebbero la diagnosi precoce di numerose altre malattie.

Noi di Salute e Sviluppo abbiamo deciso di intervenire, impegnandoci per i prossimi sei mesi ad acquistare gli strumenti richiesti dal centro, tra cui: un distillatore d’acqua, un’autoclave per la sterilizzazione degli strumenti di lavoro, un bagnomaria, un termostato e un lettore di immunologia ichroma II, che permette di fornire valori più precisi per gli esami immunologici, una cappa a flusso laminare, che protegge l’operatore e l’ambiente di lavoro da microrganismi patogeni. Al termine di questo periodo il presidio sanitario sarà in grado di effettuare tutti gli esami specifici necessari per il benessere della popolazione locale.

Siamo contenti di poter essere al fianco delle Figlie di San Camillo, perseguendo unitamente la mission di migliorare le condizioni di vita e di salute di tutti gli individui in difficoltà, seguendo l’esempio di San Camillo de Lellis.

AD HUANCAVELICA IN SOSTEGNO DEI PIÙ ANZIANI

Grazie all’Asociación Corazones & Manos Solidarias San Francisco, abbiamo la possibilità di essere – ancora una volta – vicini alla popolazione peruviana in difficoltà. Vi abbiamo già parlato di come grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di aiutare i bambini degli ospedali di Lima affetti da iperinsulinismo congenito (HC), una malattia endocrina molto rara, a poter ricevere il giusto farmaco salvavita – il Diazossido.

Da pochissimo abbiamo avviato un altro progetto in Perù, in sinergia con l’Asociación Corazones & Manos Solidarias San Francisco: “Poliambulatorio equipaggiato per Huancavelica – a favore dei meno abbienti della terza età”. Il centro medico sorge in prossimità della città di Acobamba, nella regione di Huancavelica – una delle più povere dell’intera nazione. In questa specifica zona abitano nove comunità in estrema difficoltà, soprattutto gli anziani necessitano di urgente aiuto: molto spesso i figli emigrano nelle grandi città per trovare lavoro e loro restano soli nella povertà.

L’Asociación Corazones & Manos Solidarias ha deciso di intervenire per migliorare le condizioni di vita di questi anziani: in sei mesi verranno acquistati medicinali, integratori, supplementi nutrizionali, articoli di igiene e tutto il necessario per rendere il poliambulatorio sempre più funzionale. Tutto ciò verrà fornito ad un prezzo simbolico ai 120 anziani in forte difficoltà di queste comunità. Il prezzo simbolico è necessario per rendere il progetto sostenibile e continuativo nel tempo: i soldi ricavati verranno utilizzati per ricomprare tutto il materiale, una volta terminato.

Non solo equipaggiamento medico e alimentare, ma sono previste anche numerose attività: gruppi di appoggio, incontri di prevenzione, rinforzo spirituale, tutte cose necessarie a sostenere gli anziani nella loro solitudine, creando una rete di solidarietà e appoggio. Inoltre, sono stati già forniti numerosi indumenti a coloro che – in maggiore difficoltà – non hanno la possibilità di comprarsene.

Siamo molto contenti di poter partecipare al progetto, sostenendo la comunità locale. Vi terremo aggiornati su tutte le novità!

COMBATTERE IL COLERA AD HAITI

Haiti è tristemente nota per il terremoto che la colpì nel 2010, causando la morte di più di 200 mila persone. Le conseguenze del sisma furono gravissime: oltre ai tantissimi morti e feriti, la maggior parte delle abitazioni e delle infrastrutture del paese vennero distrutte. Milioni di sfollati furono costretti a riunirsi in campi di primo soccorso, vivendo in dimore provvisorie, sprovvisti dei servizi di base. Questo stato di precarietà innescò una violenta epidemia di colera, che in poco tempo si diffuse nell’intera isola.

Il colera è causato da un batterio che colpisce l’intestino tenue, causando in coloro che lo contraggono forti scariche di diarrea e una conseguente disidratazione. Il paziente deve essere immediatamente reidratato per via orale, seguendo la giusta profilassi. La malattia ha più facile diffusione in ambienti poco igienici e spesso è causata da acqua contaminata. Ad Haiti, nel 2010, le conseguenze dell’epidemia furono gravissime, considerando che la mancanza di infrastrutture rese impossibile curare adeguatamente tutti coloro che ne erano stati colpiti.

Sono passati 13 anni e la situazione dell’isola è ancora disastrosa: i molti miliardi ricevuti per la ricostruzione non sono stati utilizzati in maniera corretta, la gente continua a vivere in baraccopoli in cui sono stati costruiti rifugi in lamiera e scavati pozzi fatiscenti, l’unico reale aiuto alla popolazione proviene dalle organizzazioni umanitarie e dalla cooperazione internazionale. Disastrosa è anche la situazione politica del paese che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare numerosi colpi di stato e la violenza di diverse bande armate in lotta tra loro.

In questo scenario così delicato, Madian Orizzonti Onlus promuove e segue progetti di carattere sanitario, come la costruzione di un ospedale e la cura di particolari patologie, come il colera che non ha mai smesso di rappresentare un pericolo per la popolazione.

Salute e Sviluppo ha deciso di intervenire al fianco di Madian Orizzonti Onlus per il progetto “Cholera”: dal primo gennaio al 30 giugno aiuteremo l’Hopital Foyer Saint Camille di Port-au-Prince, gestito dalla comunità camilliana, a combattere la propagazione di questa malattia. Si procederà sia a curare coloro che ne sono attualmente affetti, sia a prevenire la propagazione con frequenti sanificazioni e con la giusta profilassi prevista per contrastare la malattia. Importanza primaria avrà anche la sensibilizzazione: il progetto – infatti – prevede diversi incontri da tenere nelle scuole, con l’obiettivo di istruire i più giovani sul colera e su come prevenire ed evitare il contagio, nella speranza di scongiurare il rischio di una nuova epidemia.

Speriamo, anche grazie al nostro contributo, di poter dare un aiuto concreto ad una popolazione che continua a non trovare pace, nonostante i 13 anni trascorsi da quel tragico evento che ha cambiato irrimediabilmente il volto dell’isola.

AL MACO DI OUAGADOUGOU IN DIFESA DEI DIRITTI DI TUTTI

Il MACO (Maison d’Arret et de Correction de Ouagadougou) è il carcere più grande della capitale del Burkina Faso. Le condizioni della struttura sono alquanto precarie: il sovraffollamento rappresenta il problema più evidente, infatti non troppo tempo fa, si temeva addirittura un crollo della struttura a causa del numero eccessivo di detenuti.

Partendo da questo dato, non sorprende che le condizioni di vita e di salute al suo interno risultino ben al di sotto degli standard. I camilliani della cappellania dell’istituto carcerario si sono resi conto della necessità di intervenire al più presto per rendere più umano il trattamento, consentendo a questi detenuti di vivere l’esperienza del carcere come una rieducazione, nel pieno rispetto dei diritti umani inviolabili.

La situazione del Burkina Faso è difficoltosa sotto vari punti di vista: partendo dalla condizione di endemica povertà, arrivando al terrorismo che stringe il paese in una morsa da diversi anni. Garantire ai detenuti una vita dignitosa all’interno del carcere è fondamentale per evitare che nascano ulteriori rancori che possano poi sfociare in rabbia e violenza.

Nel tentativo di perseguire questo obiettivo, i camilliani della cappellania del carcere hanno proposto a Salute e Sviluppo di partecipare al Projet d’humanisation de la Maison d’Arret et de Correction de Ouagadougou (MACO)”. Il progetto consiste nel garantire ad oltre 1600 detenuti i pasti necessari al mantenimento di un corretto regime alimentare, fornire mensilmente kit igienici a circa 100 donne presenti nel carcere, distribuire il sapone necessario all’igiene di 1600 persone, elargire vestiti a circa 50 detenuti – i più indigenti – e comprare tutte le medicine necessarie per rifornire l’infermeria dell’istituto e per curare particolari patologie.

Noi di Salute e Sviluppo siamo felici di poter contribuire a questo progetto: per quanto coloro che si trovano in carcere hanno una pena da scontare, è corretto che ricevano un trattamento dignitoso, nel pieno rispetto dei diritti umani. Migliorare le condizioni di vita di chi si trova in difficoltà è un nostro obiettivo primario in qualunque ambito.

Sarà un anno intenso e le condizioni del paese sicuramente causeranno alcune difficoltà al corretto svolgimento di questo progetto, ma abbiamo fiducia che entro il termine prestabilito, gli obiettivi saranno portati al termine.

Vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi dell’attività!

SALUTE PER TUTTI A LIMA

Salute e Sviluppo ha una mission ben precisa: migliorare le condizioni di vita di ogni singolo individuo, in particolare i più vulnerabili (bambini e donne), promuovendo processi di sviluppo equo e sostenibile nell’accesso ai servizi di salute ed educazione, empowerment sociale ed economico.

Per portarla avanti sono tanti i progetti che inauguriamo ogni anno con prestigiosi partner e finanziatori, ma sono anche molte le iniziative che Salute e Sviluppo persegue autonomamente, finanziando attività di sostegno verso coloro che, in difficoltà, chiedono un aiuto.

Pochi mesi fa l’Asociación corazones & Manos Solidarias San Francisco, che da tempo si occupa sul suolo peruviano di migliorare le condizioni di salute dei piccoli malati degli ospedali San Bartolomé e Cayetano Heredia di Lima, ci ha proposto di contribuire al progetto “Salute per tutti: progetto Diazossido”. 

Edrick e Samuel sono due bambini piccolissimi (rispettivamente 1 anno e 4 anni) affetti da iperinsulinismo congenito (HC), una malattia endocrina molto rara che si sviluppa nei primi mesi di vita e che può portare ad una severa compromissione della salute dei piccoli pazienti, causando gravi problemi neurologici, in alcuni casi irreversibili.

Questa malattia in Perù è particolarmente compromettente a causa dei ritardi nella diagnostica e nella somministrazione del giusto farmaco – il Diazossido – che non è commercializzato nel paese e che ha costi proibitivi, sia per gli ospedali stessi, che per le famiglie più indigenti, che non hanno la possibilità di importarlo dall’estero. La somministrazione del farmaco, nella maggior parte dei casi, deve essere duratura nel tempo per poter garantire la guarigione dei bambini, questo rende ancora più difficile mantenere un approvvigionamento sufficiente.

Per sopperire a questa grave carenza, l’Asociación corazones & Manos Solidarias San Francisco, ormai da anni, si impegna nella ricerca di donatori pubblici e privati che possano contribuire all’acquisto e alla spedizione del farmaco salvavita. Salute e Sviluppo ha deciso di rispondere affermativamente a questa richiesta e di acquistare il Diazossido necessario alle cure attuali e future dei piccoli Edrick, Samuel e di tanti altri bambini che nei prossimi due anni ne avranno bisogno.

Noi di Salute e Sviluppo siamo molto contenti di poter intervenire in prima persona, aiutando coloro che ne hanno bisogno, e in questo caso speriamo che – anche grazie al nostro contributo – i piccoli pazienti degli ospedali di Lima affetti da questa malattia e le loro famiglie, possano finalmente ritrovare la speranza.

 

SNEHAGRAM: LA VITA INDIPENDENTE DEI GIOVANI SIEROPOSITIVI

È appena terminato il progetto “Verso il futuro dei giovani del centro Snehagram. Programma di transizione per una vita indipendente”, grazie al contributo della Chiesa Cattolica, che destina parte dell’otto per mille del gettito complessivo IRPEF per interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.  Vi avevamo già parlato di questo progetto che dal primo settembre 2018 ci ha tenuti impegnati in India, aiutati dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e in collaborazione con l’associazione Sneha Charitable Trust (SCT), per completare il percorso educativo- formativo di ben 70 tra ragazze e ragazzi sieropositivi.

In India la sieropositività rappresenta ancora uno stigma per la società: tutti coloro che sono affetti da HIV/AIDS vengono allontanati e posti al margine di una società che fa ancora fatica ad accettarli. La maggior parte dei giovani sieropositivi spesso è stata resa orfana da questa stessa malattia che affligge loro. In questi casi è fondamentale accoglierli in strutture che diano loro la possibilità di non restare soli e di costruirsi un futuro dignitoso. Il programma promosso dall’associazione Sneha Charitable Trust è articolato in più percorsi, ognuno dei quali studiato ad hoc per una specifica fascia di età: fin da molto piccoli i bambini vengono accolti, vivendo in comunità, avendo accesso a tutte le cure mediche necessarie e crescendo in un ambiente formativo e stimolante.

Snehagram rappresenta l’ultima fase del progetto e prevede che i ragazzi tra i 18 e i 24 anni vengano accompagnati verso una vita indipendente/semi-indipendente. Per arrivare all’obiettivo, l’iniziativa prevede una soluzione abitativa per ognuno dei ragazzi e dei percorsi professionali adeguati ad un accrescimento delle proprie capacità e all’ingresso del mondo del lavoro.

Per tale ragione, sono state costruite quattro “case cluster”. In ciascuna abitazione vive un gruppo di 5 o 6 ragazzi, i cui membri sono stati formati a svolgere diversi lavori in base alle proprie capacità, nello specifico: alcuni sono impegnati nell’allevamento, altri nell’agricoltura, nella meccanica, nell’idraulica, in informatica, in fotografia, in videografia e in sartoria. Tutti i corsi di formazione sono stati scelti dai ragazzi in base alle proprie inclinazioni, aiutati da un tutor.

Dopo un primo momento in cui i ragazzi hanno potuto formarsi e decidere autonomamente la disciplina in cui volersi specializzare, il progetto ha avviato una seconda fase in cui tutti loro hanno potuto svolgere la mansione scelta in maniera professionale, iniziando a percepire un reddito.

Sono state costruite 4 stalle e acquistate 25 mucche e due tori, oltre che due mungitrici per facilitare il lavoro. Il latte prodotto è stato venduto ai caseifici vicini e tutte le entrate sono andate ai ragazzi del progetto.

È stato incrementato anche l’allevamento di pollame con ottimi risultati: sono stati prodotti e venduti 10 lotti di polli in ognuna delle quattro fattorie, il profitto che ne è derivato è andato ai ragazzi che partecipano al progetto che, iniziando a percepire già un reddito, possono progressivamente diventare sempre più autonomi.

In ambito agricolo, sono state realizzate in totale 4 serre e un laghetto per la raccolta dell’acqua piovana, utilizzata per l’irrigazione dei terreni. Sempre per migliorare questo aspetto, sono stati anche forniti un serbatoio e altre strutture per lo stoccaggio di acque libere, nonché scavato un pozzo. È stata avviata anche la coltivazione idroponica, grazie all’acquisto di materiali utili all’irrigazione a goccia, di attrezzi specifici, di alberelli da piantare e di concime fertile.

Altri ragazzi si sono dedicati al confezionamento di sacchetti di carta, derivanti da vecchi giornali, venduti poi ai negozi vicini di medicinali. Ogni ragazzo è arrivato a produrre mediamente 500 buste o 100 sacchetti di carta.

Infine, tutti coloro che sono stati formati in sistemi meccanici, elettronici ed idraulici, sono stati collocati in diverse società di produzione e assemblaggio della zona. Anche i loro alloggi cercano di rispondere nel miglior modo possibile all’esigenza di essere vicini al luogo di lavoro, trovandosi non vicino alle serre e alle fattorie, ma in prossimità delle zone industriali.

Il progetto ha avuto ottimi risultati e adesso, al termine, è tangibile l’impatto che ha avuto nella vita di ogni singolo ragazzo di Snehagram. Sono stati avviati in maniera proficua alla vita indipendente: ognuno di loro ha già iniziato a ottenere reddito, avendo la possibilità di vivere in una casa adeguata alle proprie necessità sanitarie, e non solo, anche vicina al proprio ambiente lavorativo.

Il progetto sarebbe dovuto terminare prima, ma la pandemia da Covid- 19 ha rallentato i lavori. L’India è stata colpita duramente e anche il centro Snehagram non è stato risparmiato, la maggior parte dei suoi occupanti si è ammalato e le attività previste non sono proseguite come da programma. Al termine dell’emergenza pandemica non si sono verificati ulteriori intoppi e il progetto è proseguito come da programma.

Siamo contenti di aver potuto aiutare i giovani di Snehagram che, in assenza del centro fondato dal Sneha Charitable Trust, sarebbero stati costretti ad una vita ai margini della società, senza alcuna possibilità di inserimento lavorativo.