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AD HUANCAVELICA IN SOSTEGNO DEI PIÙ ANZIANI

Grazie all’Asociación Corazones & Manos Solidarias San Francisco, abbiamo la possibilità di essere – ancora una volta – vicini alla popolazione peruviana in difficoltà. Vi abbiamo già parlato di come grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di aiutare i bambini degli ospedali di Lima affetti da iperinsulinismo congenito (HC), una malattia endocrina molto rara, a poter ricevere il giusto farmaco salvavita – il Diazossido.

Da pochissimo abbiamo avviato un altro progetto in Perù, in sinergia con l’Asociación Corazones & Manos Solidarias San Francisco: “Poliambulatorio equipaggiato per Huancavelica – a favore dei meno abbienti della terza età”. Il centro medico sorge in prossimità della città di Acobamba, nella regione di Huancavelica – una delle più povere dell’intera nazione. In questa specifica zona abitano nove comunità in estrema difficoltà, soprattutto gli anziani necessitano di urgente aiuto: molto spesso i figli emigrano nelle grandi città per trovare lavoro e loro restano soli nella povertà.

L’Asociación Corazones & Manos Solidarias ha deciso di intervenire per migliorare le condizioni di vita di questi anziani: in sei mesi verranno acquistati medicinali, integratori, supplementi nutrizionali, articoli di igiene e tutto il necessario per rendere il poliambulatorio sempre più funzionale. Tutto ciò verrà fornito ad un prezzo simbolico ai 120 anziani in forte difficoltà di queste comunità. Il prezzo simbolico è necessario per rendere il progetto sostenibile e continuativo nel tempo: i soldi ricavati verranno utilizzati per ricomprare tutto il materiale, una volta terminato.

Non solo equipaggiamento medico e alimentare, ma sono previste anche numerose attività: gruppi di appoggio, incontri di prevenzione, rinforzo spirituale, tutte cose necessarie a sostenere gli anziani nella loro solitudine, creando una rete di solidarietà e appoggio. Inoltre, sono stati già forniti numerosi indumenti a coloro che – in maggiore difficoltà – non hanno la possibilità di comprarsene.

Siamo molto contenti di poter partecipare al progetto, sostenendo la comunità locale. Vi terremo aggiornati su tutte le novità!

PANNELLI SOLARI ALL’ISTITUTO SUPERIORE PRIVÉ DE SANTÉ SAINT CAMILLE DI OUAGADOUGOU

Pochi mesi fa, durante una missione in Burkina Faso, abbiamo avuto il piacere di poter partecipare ad una cerimonia dell’Istituto Superiore Privé de Santé Saint Camille de Lellis di Ouagadougou, alla presenza del Ministro della Salute burkinabé e di altre alte cariche statali e cittadine. In occasione di questa celebrazione si è più volte sottolineato il grande valore dell’Istituto: un centro di studi infermieristici, che si è imposto sulla scena sanitaria del paese per l’alta specializzazione che offre ai suoi studenti, provenienti non solo dal Burkina Faso, ma anche da altre 12 nazioni africane.

Il Burkina Faso rimane ancora una nazione estremamente povera, in cui la maggior parte della popolazione vive in uno stato di precarietà e senza l’accesso ai servizi igienici, sanitari e scolastici di base. Negli ultimi anni la situazione si è aggravata ulteriormente a causa del terrorismo che ha preso di mira il paese.

Coltivare e specializzare l’ambito sanitario ed infermieristico appare come una priorità e la scuola di Ouagadougou offre uno dei migliori percorsi di studi. Per sostenere il centro e rafforzare il nostro supporto alla popolazione burkinabé, abbiamo inaugurato il primo marzo il progetto “Installazione di pannelli solari all’Istituto Supérieur Privé de Santé Saint Camille de Lellis”, che si concluderà a fine agosto e prevede in questi sei mesi l’acquisto e l’installazione di alcuni pannelli solari e di un sistema di iniezione dell’energia direttamente nella rete di consumo. L’obiettivo è garantire all’Istituto la possibilità di rendersi autonomo dal punto di vista energetico, grazie alle fonti rinnovabili.

Siamo contenti di poter contribuire all’ulteriore miglioramento di questo centro di eccellenza, nella speranza che possa continuare a rappresentare un polo formativo importante, non solo per il suo paese, ma anche per quelli limitrofi, come lo è attualmente.

AL MACO DI OUAGADOUGOU IN DIFESA DEI DIRITTI DI TUTTI

Il MACO (Maison d’Arret et de Correction de Ouagadougou) è il carcere più grande della capitale del Burkina Faso. Le condizioni della struttura sono alquanto precarie: il sovraffollamento rappresenta il problema più evidente, infatti non troppo tempo fa, si temeva addirittura un crollo della struttura a causa del numero eccessivo di detenuti.

Partendo da questo dato, non sorprende che le condizioni di vita e di salute al suo interno risultino ben al di sotto degli standard. I camilliani della cappellania dell’istituto carcerario si sono resi conto della necessità di intervenire al più presto per rendere più umano il trattamento, consentendo a questi detenuti di vivere l’esperienza del carcere come una rieducazione, nel pieno rispetto dei diritti umani inviolabili.

La situazione del Burkina Faso è difficoltosa sotto vari punti di vista: partendo dalla condizione di endemica povertà, arrivando al terrorismo che stringe il paese in una morsa da diversi anni. Garantire ai detenuti una vita dignitosa all’interno del carcere è fondamentale per evitare che nascano ulteriori rancori che possano poi sfociare in rabbia e violenza.

Nel tentativo di perseguire questo obiettivo, i camilliani della cappellania del carcere hanno proposto a Salute e Sviluppo di partecipare al Projet d’humanisation de la Maison d’Arret et de Correction de Ouagadougou (MACO)”. Il progetto consiste nel garantire ad oltre 1600 detenuti i pasti necessari al mantenimento di un corretto regime alimentare, fornire mensilmente kit igienici a circa 100 donne presenti nel carcere, distribuire il sapone necessario all’igiene di 1600 persone, elargire vestiti a circa 50 detenuti – i più indigenti – e comprare tutte le medicine necessarie per rifornire l’infermeria dell’istituto e per curare particolari patologie.

Noi di Salute e Sviluppo siamo felici di poter contribuire a questo progetto: per quanto coloro che si trovano in carcere hanno una pena da scontare, è corretto che ricevano un trattamento dignitoso, nel pieno rispetto dei diritti umani. Migliorare le condizioni di vita di chi si trova in difficoltà è un nostro obiettivo primario in qualunque ambito.

Sarà un anno intenso e le condizioni del paese sicuramente causeranno alcune difficoltà al corretto svolgimento di questo progetto, ma abbiamo fiducia che entro il termine prestabilito, gli obiettivi saranno portati al termine.

Vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi dell’attività!

IN BURKINA FASO CON UN OBIETTIVO: COLTIVARE VALORE

È appena partito il nuovo anno e noi di Salute e Sviluppo siamo già in viaggio! Da pochi giorni si è conclusa la missione che ci ha visti in Burkina Faso per pianificare le attività del nuovo progetto “Coltivare Valore: buone pratiche e metodi innovativi per una produzione agro-zootecnica inclusiva e sostenibile”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS).
Questa nuova iniziativa è stata inaugurata ad inizio anno e per 36 mesi ci vedrà impegnati a potenziare le strutture e le attività produttive che, nel 2017, avevamo avviato grazie al sostegno della Cooperazione Italiana – MAECI, nell’ambito del progetto “Produzione risicola innovativa e valorizzazione dei prodotti locali per la sovranità alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile nella zona di Bagré, Burkina Faso”.

Siamo nuovamente a Bagré, un’area rurale nella zona centro orientale del Burkina Faso, che – a causa della sua estrema povertà – è da molti anni al centro di diversi nostri interventi. In questa regione la popolazione, già stremata da condizioni di vita precarie, deve anche fare i conti con la paura e la violenza portata nel paese dal terrorismo di matrice islamica, che mira a rendere ancora più instabili gli equilibri già fragili del paese.

Il terrorismo, acuitosi negli ultimi anni, rende complesso anche portare avanti progetti di cooperazione in vaste aree del paese, considerate poco sicure. Anche noi di Salute e Sviluppo ci siamo scontrati con questa triste realtà, dovendo coordinare il progetto dalla capitale Ouagadougou, invece che direttamente dal sito dell’intervento. Senza lasciarci scoraggiare da questo, abbiamo comunque deciso di affrontare questa nuova sfida che ha come obiettivo primario lo sviluppo sostenibile del settore primario burkinabé.
La parola chiave è diversificazione: in questi 36 mesi ci poniamo l’obiettivo di rendere la produzione agricola e zootecnica dell’area il più varia possibile, garantendo così alla popolazione locale non solo il cibo sufficiente, ma una dieta variegata e la salvezza dalla malnutrizione.

Contestualmente il progetto porterà altri benefici: grazie al potenziamento delle esistenti fattorie e filiere agrarie, verranno garantiti più posti di lavoro per i locali che, entrando a far parte di questo sistema produttivo, potranno accrescere la capacità economica delle famiglie della comunità. Un reale miglioramento delle condizioni si spera possa contribuire a frenare il desiderio di emigrazione, considerando l’assorbimento di molti locali nei nuovi posti di lavoro che si andranno a creare.

Rafforzare il settore primario è di fondamentale importanza per raggiungere gli obiettivi progettuali poiché l’agricoltura e l’allevamento sono ancora condotti con metodi tradizionali. Un aspetto rilevante dell’iniziativa è la promozione dell’empowerment femminile tramite il trasferimento di conoscenze alle donne del luogo che avranno in tal modo la possibilità di migliorare la produzione alimentare familiare basata sull’orticoltura e i prodotti forestali.

Il progetto appare ambizioso per gli obiettivi che si pone e al contempo risulta difficoltoso a causa delle condizioni di instabilità e pericolosità in cui versa l’area. Fortunatamente sono molti i partner che partecipano attivamente al progetto apportando valore aggiunto: l’ONG Santé et Promotion Humaine (SAPHE) che da molti anni collabora con Salute e Sviluppo per lo sviluppo agricolo e zootecnico del paese, gestendo con personale locale le filiere produttive create con il progetto precedente; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, specializzato nelle produzioni alimentari e nella protezione e il recupero ambientale nei paesi tropicali e sub-tropicali, grazie a molte attività di ricerca e cooperazione; l’ONG AES-CCC, che è da molti anni radicata al territorio burkinabé con programmi di lotta alla malnutrizione e sicurezza alimentare, con un specifico focus al rafforzamento della figura femminile sia a livello locale che istituzionale.

Inoltre, diversi stakeholders del luogo aderiscono alla causa aiutandoci in questa nuova sfida: Bagrépole, le Associazioni Femminili della Regione e i Dipartimenti Governativi a livello Comunale del settore, tutte realtà radicate al territorio con la capacità di agire in maniera puntuale nella risoluzione di eventuali problematiche.

Nonostante le difficoltà endemiche della zona, il progetto di Salute e Sviluppo è pensato per essere duraturo, sostenibile e radicato al territorio: l’obiettivo fondamentale è quello di portare un cambiamento positivo alla capacità produttiva burkinabé, che si dimostri tale al termine dei 36 mesi, dando la possibilità alla popolazione locale di migliorare le proprie condizioni di vita nel lungo periodo.

Siamo solo all’inizio di questa nuova avventura, una sfida ambiziosa che speriamo di poter vincere, grazie al finanziamento dell’AICS e alla preziosa collaborazione dei partner. Vi terremo sempre aggiornati sui piccoli e grandi traguardi che riusciremo a raggiungere!

TANTI TRAGUARDI A BOSSEMPTÉLÉ

Non sono passati molti mesi da quando vi abbiamo parlato del nostro progetto Salute e nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-Prefettura di Bossemptélé, che rientra nel quadro programmatico dell’“Iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione vulnerabile in Repubblica Centrafricana” finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e il cui scopo è il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione della sottoprefettura di Bossemptélé, particolarmente provata dall’instabilità del paese.

La Repubblica Centrafricana non ha mai goduto di una tranquillità tale da permetterle di crescere e prosperare; al contrario ha dovuto fare i conti con numerosi colpi di stato e altrettanti dittatori che, agendo senza scrupoli, hanno concesso lo sfruttamento delle risorse del paese, senza pensare alla popolazione sempre più sacrificata. La situazione degli ultimi anni è stata particolarmente difficile: gruppi di ribelli si sono scontrati più volte con le forze di stato, provocando violenze e morti soprattutto ai danni della popolazione più vulnerabile.

In questo contesto così complesso ha avuto un ruolo chiave l’Ospedale Giovanni Paolo II, che ha rappresentato un punto di riferimento per la popolazione della sottoprefettura. Nonostante gli scontri e la violenza, l’Ospedale ha sempre continuato ad operare e a dare supporto.

Il nostro progetto parte proprio dall’ospedale Giovanni Paolo II con l’intento di aumentare la sua capacità di rispondere in maniera adeguata ai bisogni e alle esigenze della popolazione. Prima del nostro intervento, la struttura non disponeva di un Pronto Soccorso appropriato in cui poter accogliere i pazienti urgenti. Adesso i lavori di ristrutturazione e ampliamento dei locali sono quasi ultimati ed entro la fine del progetto – dicembre 2022 – si prevede anche di fornire al Pronto Soccorso tutti gli arredi e i macchinari necessari.

Un’altra carenza riscontrata all’interno dell’Ospedale riguardava l’aspetto nutrizionale: un triplice problema considerando che la maggior parte dei pazienti al momento del ricovero versa in un grave stato di denutrizione, che il cibo è necessario per garantire un corretto percorso di cure e riabilitazione e che la maggior parte di coloro che provengono dai villaggi limitrofi, una volta giunti in città, non ha la possibilità di comprare niente al mercato locale a causa dei prezzi troppo alti.

Per tali motivi, si è deciso di costruire un locale mensa per garantire tre pasti completi al giorno – a base di cereali, carne o pesce – ai degenti, che in tal modo possono seguire un corretto regime alimentare e un sufficiente apporto calorico capace di favorire la loro ripresa. Il servizio mensa viene offerto anche ai parenti provenienti da lontano che assistono i pazienti che versano in grave stato di indigenza. Al momento vengono erogati più di 2250 pasti al mese.

Per migliorare la qualità dei servizi dell’Ospedale si è reso necessario formare 38 operatori sanitari in servizio in discipline specialistiche come l’ostetricia e l’oftalmologia. I percorsi di formazione stanno già portando ad un significativo miglioramento delle prestazioni ospedaliere.

Una delle componenti più ambiziose del nostro intervento è rappresentata dal rafforzamento dei presidi medici situati nei villaggi limitrofi a Bossemptélé, dove i servizi sono pressoché inesistenti. Grazie al progetto finanziato dall’AICS, abbiamo riabilitato – o in alcuni casi costruito ex novo – diversi postes de santé, ognuno dei quali dotato di un pozzo con accesso ad acqua potabile. I lavori sono quasi terminati e la popolazione dei villaggi di Gbawi, Bodangui, Bombalou e Yangoro ha già la possibilità di accedere ai servizi sanitari di base, senza dover intraprendere il viaggio fino alla città di Bossemptélé, se non strettamente necessario per la cura di patologie più complesse.

Non solo rafforzamento qualitativo dell’Ospedale e dei postes de santé, ma anche servizio di clinica mobile che, due volte a settimana, visita i villaggi più difficilmente raggiungibili fornendo cure ed educazione sanitaria con incontri di sensibilizzazione sulla prevenzione e sul primo soccorso.

Grazie al supporto dell’AICS, il nostro operato in Repubblica Centrafricana ha raggiunto nuovi traguardi che speriamo segnino l’inizio di una vita migliore per tante persone che vivono nella sottoprefettura di Bossemptélé.

Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Salute e nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-Prefettura di Bossemptélé AID 05/RCA/12049/2021 finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. I contenuti di questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non rappresentano necessariamente il punto di vista dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo non è responsabile per le informazioni considerate errate, incomplete, inadeguate, diffamatorie o in qualche modo reprensibili.

A NATALE FAI FIORIRE LA SOLIDARIETÀ

Il Natale di Salute e Sviluppo quest’anno si arricchisce di profumo e di colore, non abbiamo pensato alla classica Stella di Natale, ma alla calendula, i cui semi sono contenuti alla sommità della nostra matita.
La calendula è un fiore coloratissimo e molto particolare: fin dall’antichità è stato usato per lenire le ferite grazie alle sue proprietà anti infiammatorie e cicatrizzanti. Il nome calendula deriva dal fatto che questo fiore si apre al mattino per poi richiudersi al tramonto, uno scandire del tempo preciso che ogni giorno si ripropone, senza temere le avversità.
Abbiamo scelto questo fiore per simboleggiare il nostro lavoro: Salute e Sviluppo nasce dal desiderio di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più in difficoltà dei paesi in via di sviluppo, con progetti di natura sanitaria, formativa ed alimentare. Tutte le nostre attività sono radicate al territorio e pensate per garantire un reale beneficio. Come la calendula, le nostre azioni sono durature e continuano ad avere effetti positivi nel lungo periodo.
Scegli la matita di Salute e Sviluppo per uno speciale regalo natalizio, donala ai tuoi cari e aiutaci a portare avanti i nostri progetti, ad aiutare coloro che sono in difficoltà. Usa la nostra mail o i nostri canali social, scrivici e scopri di più su come ottenere una bellissima matita da cui un giorno nascerà un fiore.
Grazie alla matita di Salute e Sviluppo contribuirai anche tu a far fiorire la solidarietà!