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IN BURKINA FASO CON UN OBIETTIVO: COLTIVARE VALORE

È appena partito il nuovo anno e noi di Salute e Sviluppo siamo già in viaggio! Da pochi giorni si è conclusa la missione che ci ha visti in Burkina Faso per pianificare le attività del nuovo progetto “Coltivare Valore: buone pratiche e metodi innovativi per una produzione agro-zootecnica inclusiva e sostenibile”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS).
Questa nuova iniziativa è stata inaugurata ad inizio anno e per 36 mesi ci vedrà impegnati a potenziare le strutture e le attività produttive che, nel 2017, avevamo avviato grazie al sostegno della Cooperazione Italiana – MAECI, nell’ambito del progetto “Produzione risicola innovativa e valorizzazione dei prodotti locali per la sovranità alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile nella zona di Bagré, Burkina Faso”.

Siamo nuovamente a Bagré, un’area rurale nella zona centro orientale del Burkina Faso, che – a causa della sua estrema povertà – è da molti anni al centro di diversi nostri interventi. In questa regione la popolazione, già stremata da condizioni di vita precarie, deve anche fare i conti con la paura e la violenza portata nel paese dal terrorismo di matrice islamica, che mira a rendere ancora più instabili gli equilibri già fragili del paese.

Il terrorismo, acuitosi negli ultimi anni, rende complesso anche portare avanti progetti di cooperazione in vaste aree del paese, considerate poco sicure. Anche noi di Salute e Sviluppo ci siamo scontrati con questa triste realtà, dovendo coordinare il progetto dalla capitale Ouagadougou, invece che direttamente dal sito dell’intervento. Senza lasciarci scoraggiare da questo, abbiamo comunque deciso di affrontare questa nuova sfida che ha come obiettivo primario lo sviluppo sostenibile del settore primario burkinabé.
La parola chiave è diversificazione: in questi 36 mesi ci poniamo l’obiettivo di rendere la produzione agricola e zootecnica dell’area il più varia possibile, garantendo così alla popolazione locale non solo il cibo sufficiente, ma una dieta variegata e la salvezza dalla malnutrizione.

Contestualmente il progetto porterà altri benefici: grazie al potenziamento delle esistenti fattorie e filiere agrarie, verranno garantiti più posti di lavoro per i locali che, entrando a far parte di questo sistema produttivo, potranno accrescere la capacità economica delle famiglie della comunità. Un reale miglioramento delle condizioni si spera possa contribuire a frenare il desiderio di emigrazione, considerando l’assorbimento di molti locali nei nuovi posti di lavoro che si andranno a creare.

Rafforzare il settore primario è di fondamentale importanza per raggiungere gli obiettivi progettuali poiché l’agricoltura e l’allevamento sono ancora condotti con metodi tradizionali. Un aspetto rilevante dell’iniziativa è la promozione dell’empowerment femminile tramite il trasferimento di conoscenze alle donne del luogo che avranno in tal modo la possibilità di migliorare la produzione alimentare familiare basata sull’orticoltura e i prodotti forestali.

Il progetto appare ambizioso per gli obiettivi che si pone e al contempo risulta difficoltoso a causa delle condizioni di instabilità e pericolosità in cui versa l’area. Fortunatamente sono molti i partner che partecipano attivamente al progetto apportando valore aggiunto: l’ONG Santé et Promotion Humaine (SAPHE) che da molti anni collabora con Salute e Sviluppo per lo sviluppo agricolo e zootecnico del paese, gestendo con personale locale le filiere produttive create con il progetto precedente; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, specializzato nelle produzioni alimentari e nella protezione e il recupero ambientale nei paesi tropicali e sub-tropicali, grazie a molte attività di ricerca e cooperazione; l’ONG AES-CCC, che è da molti anni radicata al territorio burkinabé con programmi di lotta alla malnutrizione e sicurezza alimentare, con un specifico focus al rafforzamento della figura femminile sia a livello locale che istituzionale.

Inoltre, diversi stakeholders del luogo aderiscono alla causa aiutandoci in questa nuova sfida: Bagrépole, le Associazioni Femminili della Regione e i Dipartimenti Governativi a livello Comunale del settore, tutte realtà radicate al territorio con la capacità di agire in maniera puntuale nella risoluzione di eventuali problematiche.

Nonostante le difficoltà endemiche della zona, il progetto di Salute e Sviluppo è pensato per essere duraturo, sostenibile e radicato al territorio: l’obiettivo fondamentale è quello di portare un cambiamento positivo alla capacità produttiva burkinabé, che si dimostri tale al termine dei 36 mesi, dando la possibilità alla popolazione locale di migliorare le proprie condizioni di vita nel lungo periodo.

Siamo solo all’inizio di questa nuova avventura, una sfida ambiziosa che speriamo di poter vincere, grazie al finanziamento dell’AICS e alla preziosa collaborazione dei partner. Vi terremo sempre aggiornati sui piccoli e grandi traguardi che riusciremo a raggiungere!