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News

Un sabato in clinica mobile nel villaggio di Boguila in Repubblica Centrafricana

La nostra Mariella, responsabile progetti, è rientrata dalla visita di monitoraggio del progetto “Maternità sicura: assistenza e prevenzione per gestanti e partorienti”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) in Repubblica Centrafricana. L’iniziativa vede come partner locale l’Ospedale San Giovanni Paolo II di Bossemptélé in cui è stato realizzato il reparto di Maternità, spazio che comprende una sala travaglio, una sala parto e operatoria e un’area per la degenza post parto.
Il progetto intende in primo luogo migliorare le condizioni sanitarie della popolazione materno-infantile, aumentando la disponibilità e la copertura dei servizi forniti. Prevede, inoltre, la formazione in ambito ginecologico e ostetrico degli operatori sanitari dell’ospedale da parte del personale italiano inviato in missione breve.

Parte dell’intervento prevede anche la clinica mobile, servizio sanitario itinerante che viene effettuato ogni sabato nei villaggi più remoti dell’area di Bossemptélé per fornire assistenza immediata o facilitare lo spostamento dei pazienti che necessitano di trattamenti presso l’Ospedale Giovanni Paolo II. Mariella ha potuto prendere parte al servizio, accompagnando quattro infermieri e un counsellor presso il villaggio di Boguila che dista a 30 km dal centro di Bossemptélé.

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Una volta raggiunto il villaggio, attirare l’attenzione è facile: basta accendere l’autoparlante e trasmettere musica nelle strade, comunicando l’arrivo della clinica mobile. La comunicazione viene trasmessa preventivamente al capo villaggio in modo tale da incentivare la partecipazione all’attività e consentire la visita anche ai malati più gravi obbligati nelle loro abitazioni.

L’attività si occupa non solo di effettuare consulenze mediche e diagnosi per i pazienti, ma prevede altresì un’azione di sensibilizzazione ed educazione in ambito nutrizionale ed igienico sanitario. Le donne, in particolare, apprendono nozioni fondamentali per la nutrizione dei bambini (dieta al momento della gestazione, allattamento al seno, svezzamento) e pratiche igieniche di base. Nell’occasione sono state visitate più di una cinquantina di persone, la maggior parte donne e bambini.

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Mariella è restata positivamente sorpresa delle visite, sia per l’organizzazione del team della clinica mobile sia per i pazienti uomini che con gentilezza e naturalezza lasciavano accedere alle cure prima donne e bambini, anche se arrivate ultime nel punto di ritrovo del servizio.
Inoltre, ci ha raccontato come i più piccoli siano accorsi con molto entusiasmo e curiosità all’arrivo nel villaggio: con la musica in sottofondo, non riuscivano a trattenere qualche passo di danza e qualche giravolta.

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Come abbiamo anticipato, il villaggio di Boguila dista a circa 30km dal centro di Bossemptélé, ma a causa delle condizioni del manto stradale si impiegano circa due ore e trenta per raggiungerlo. Oltre alla difficoltà dovuta al manto sconnesso e agli allagamenti in caso di pioggia, si aggiungono i problemi tecnici dovuti al mezzo impiegato. Attualmente, infatti, il servizio di clinica mobile non viene svolto in condizioni adeguate in quanto la vettura utilizzata risulta essere molto usurata.
Ne sa qualcosa Mariella che lo ha provato sulla sua pelle! Sulla strada di ritorno a Bossemptélé la ruota “dell’ambulanza” ha ceduto, costringendo l’arresto del veicolo. Il personale si è adoperato per spingerlo il più vicino possibile ad un villaggio, ma – dato l’avvicinarsi del tramonto – un membro della comunità ospedaliera è giunto in loro soccorso. La vicenda si è conclusa nel migliore dei modi con il rientro del personale presso le loro abitazioni. Il nostro prossimo obiettivo è l’acquisto di un nuovo mezzo per rendere meno difficoltoso e più funzionale il servizio.

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Con la Cooperazione Italiana per la salute materna in Repubblica Centrafricana

Prosegue l’impegno di Salute e Sviluppo per garantire il diritto alla salute nella Sottoprefettura di Bossemptélé, Repubblica Centrafricana, attraverso l’avvio dell’iniziativa di emergenza “Maternità sicura: assistenza e prevenzione per gestanti e partorienti nell’area di Bossemptélé”, cofinanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Il progetto, avviato il 21 dicembre 2018, vuole favorire l’accesso ai servizi materno-infantili della popolazione dell’area, in particolare per le donne gestanti ed in età fertile, mediante la realizzazione e l’equipaggiamento di un reparto maternità, l’attivazione di servizi in campo ostetrico e ginecologico e azioni di capacity building per aumentare le competenze del personale locale, garantendo risposte adeguate e di qualità ai bisogni del territorio.

La costruzione del reparto maternità è pressoché terminata. Nel frattempo le donne vengono assistite in spazi provvisori: si registrano ad oggi 17 partorienti al mese, 282 visite antenatali (47 la media mensile) e 4 donne gestanti sieropositive che beneficiano mensilmente delle cure e trattamenti per evitare la trasmissione al feto.

In attesa che i lavori di costruzione del reparto maternità siano ultimati, SeS si è adoperata per dotare l’ospedale degli strumenti/attrezzature necessari all’assistenza ginecologica, alla rilevazione di eventuali problemi durante la gravidanza, ai servizi di diagnosi e trattamento delle patologie pre-natali, alla gestione dei parti d’urgenza, attrezzature per il monitoraggio fetale, etc.

Al fine di estendere il raggio d’azione dei servizi offerti, 342 persone (di cui 183 donne e 159 uomini) hanno beneficiato delle visite domiciliari di assistenza e cura mediante servizio di clinica mobile nei villaggi circostanti l’Ospedale.

Tra il mese di settembre e ottobre è prevista l’attività di formazione del personale sanitario, che potenzierà le proprie competenze ricevendo aggiornamenti in particolare su: gestione parto naturale e cesareo, monitoraggio e riconoscimento sintomatologia di sofferenza fetale, trattamento infezioni e complicazioni mediche della madre, terapia per il contrasto alla trasmissione verticale HIV/AIDS.

In questi mesi le attività di educazione e sensibilizzazione comunitaria in ambito igienico sanitario, con focus dedicato al contrasto dell’HIV/AIDS, hanno rappresentato una componente fondamentale dell’azione. Le sessioni, rivolte alle comunità locali, sono state effettuate a partire dal mese di aprile 2019 e si sono svolte a cadenza settimanale all’interno dell’Ospedale. Il numero totale dei beneficiari raggiunti è di 595, di cui 364 donne e 231 uomini.

Per l’implementazione di tutte le attività e il perseguimento degli obiettivi prefissati, fondamentale è stato il lavoro svolto della controparte locale, rappresentata dall’Ospedale Giovanni Paolo II e dall’Ordine dei Ministri degli Infermi (Camilliani) in RCA. Il progetto è in connessione con altre iniziative realizzate in RCA per migliorare l’assistenza sanitaria delle fasce più vulnerabili della popolazione, promuovendo al tempo stesso l’uguaglianza di genere e le pari opportunità nella fruizione dei servizi per la salute.

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Realizzazione di una scuola post-primaria e secondaria per i minori di Tenkodogo, Burkina Faso

Il progetto “Scuola post-primaria e secondaria per i minori di Tenkodogo, Burkina Faso”, avviato il 1 settembre 2018 grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana, nasce per sopperire al problema della scolarizzazione, che continua ad incontrare ostacoli legati alla mancanza di risorse e di spazi concreti. L’elevato numero di bambini nell’area di intervento impone la presenza di un numero corrispondente di strutture e aule per ospitarli, attualmente insufficienti, altrimenti l’istruzione rimane un diritto di pochi, stabilito peraltro senza precisi criteri.

L’iniziativa interviene nel settore dell’istruzione formale, mediante la realizzazione, l’equipaggiamento e l’avvio di una scuola post-primaria e secondaria nell’area di Tenkodogo. Grazie alla struttura, articolata in otto aule disposte su due piani, circa 480 studenti, che terminano il ciclo formativo primario presso la scuola di Saint Vincent de Paul e altre scuole primarie vicine, potranno continuare gli studi a livello post-primario e secondario.

I lavori di costruzione sono giunti all’85% di realizzazione. Si prevede di terminare l’edificio e di equipaggiare la scuola entro il mese di settembre p.v, in modo che i bambini/le bambine possano frequentare l’anno scolastico 2019-2020.

In attesa che la costruzione dell’edificio sia ultimata, la Diocesi di Tenkodogo ha avviato una campagna di informazione ed educazione presso la scuola di Saint Vincent de Paul e altre scuole primarie circostanti, al fine di incentivare l’iscrizione degli allievi alla scuola post-primaria. Tale attività ha visto il coinvolgimento in prima battuta dei genitori degli alunni, che hanno mostrato la consapevolezza auspicata circa l’importanza per i loro figli del proseguimento degli studi.

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Tale progetto si sta realizzando grazie ai fondi della Chiesa Cattolica che destina parte dell’otto per mille del gettito complessivo IRPEF per interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.

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Potenziamento dei servizi sanitari nell’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé, RCA

Si è appena concluso il progetto “Potenziamento dei servizi sanitari offerti per l’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé” in Repubblica Centrafricana.

L’iniziativa, finanziata dalla Fondation Assistance Internationale (FAI), rappresenta il naturale proseguimento di un piano di sviluppo più ampio avviato nel 2010 da Salute e Sviluppo, in partenariato con la delegazione dei padri Camilliani di Bossemptélé, in cui la Fondation Assistance Internationale ha avuto un ruolo prioritario e fondamentale come maggior donor, avendo permesso, nel corso degli anni, la costruzione e l’avvio di servizi importantissimi per la salute della popolazione locale.

L’ospedale di Bossemptélé in questi ultimi anni è stata una realtà in progressiva espansione. Gli aiuti della Fondation Assistance Internationale hanno assunto un ruolo propulsore all’interno di tale processo di crescita, permettendo il potenziamento della struttura in termini di servizi erogati e capacità di rispondere ai bisogni di un territorio estremamente povero e vulnerabile da un punto di vista sanitario.

L’iniziativa “Potenziamento dei servizi sanitari nell’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé, Repubblica Centrafricana” ha migliorato la gestione ospedaliera attraverso la costruzione e riorganizzazione dell’amministrazione e dei servizi di accettazione e, parallelamente la costruzione di ambulatori dentistici e oculistici comprensivi di reparto day hospital, tutti servizi di cui l’ospedale era sprovvisto nonostante le frequenti richieste di assistenza e cura per patologie odontostomatologiche e oculistiche.

Rispetto ai risultati progettuali si è:

  • Favorita l’efficienza gestionale della struttura ospedaliera Giovanni Paolo II;
  • Creato un servizio di prevenzione e cura delle patologie odontostomatologiche;
  • Creato un servizio di prevenzione diagnosi e cura delle patologie oculistiche.

Rispetto alle attività progettuali:

  • È stata realizzata una struttura di 582,48mq, composta da piano terra (reparto day hospital) e primo piano (amministrazione), più due stanze per area ambulatorio dentistico (35m x 9m) e ambulatorio oculistico (35m x 9m).
  • Sono stati formati 4 operatori amministrativi dell’ospedale.
  • Dall’entrata in funzione a pieno regime dell’ambulatorio oculistico (dicembre 2018) si registra una media di 24 pazienti al mese con un servizio attivo 3 giorni a settimana
  • Dall’entrata in funzione a pieno regime dell’ambulatorio dentistico (dicembre 2018) si registra una media di 30 pazienti al mese con un servizio attivo 3 giorni a settimana
  • Le sessioni settimanali di prevenzione primaria delle patologie dentarie e oculistiche hanno raggiunto 2.303 persone, di cui 1.564 donne e 739 uomini.

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GALLERIA FOTOGRAFICA

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Foto 1. Retro esterno struttura realizzata

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Foto 2. Area amministrazione

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Foto 3. Interno ufficio amministrazione

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Foto 4. Ambulatorio oculistico e dentistico

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Foto 5. Interno ambulatorio oculistico

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Foto 6. Interno ambulatorio oculistico

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Foto 7. Attrezzatura oculistica

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Foto 8. Attrezzatura oculistica

 

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Foto 9. Paziente in cura 
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Foto 10. Paziente in cura

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Foto 11. Attrezzatura ambulatorio dentistico
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Foto 12. Attrezzatura ambulatorio dentistico
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Foto 13. Formazione in amministrazione e gestione dati
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Foto 14. Formazione in amministrazione e gestione dati
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Foto 15. Campagna promozionale di prevenzione primaria delle patologie dentarie e oculistiche

Una missione a Bagré in Burkina Faso

Abbiamo intervistato l’ingegnere Cristian Concollato, appena tornato dalla sua missione di breve periodo in Burkina Faso, in qualità di consulente per il progetto “Produzione risicola innovativa e valorizzazione dei prodotti agricoli locali per la sovranità alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile nella zona di Bagré”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Quali sono le sue impressioni rispetto al settore agricolo in Burkina Faso?

Ebbene, avevo già compiuto diversi sopralluoghi in fase preliminare all’avvio delle attività nell’area di intervento, caratterizzata, come il resto del paese, da distese di terreno disseccato dal sole ed assoluta carenza di coltivazioni se non durante la sola stagione delle piogge e a puri fini di autoconsumo. In effetti, come in tutta la zona saheliana, l’unico tipo di attività agricola è praticata durante la sola stagione delle piogge, indicativamente da maggio-giugno ad agosto-settembre, e a carattere famigliare: ogni nucleo coltiva una certa estensione per quanto lo possano permettere le forze disponibili, essenzialmente a tipiche colture pluviali (miglio, sorgo, mais), quindi, al termine della stagione, stocca il raccolto che deve essere bastevole al sostentamento fino alla stagione delle piogge successiva. Non sussiste coltura estensiva meccanizzata atta a produzione di massa, né coltivazione al di fuori della stagione delle piogge, tantomeno ad ortaggi, se non presso rarissime situazioni localizzate: tutta la richiesta durante la stagione secca, sia dai piccoli consumatori ma ancor più dalle grandi città, deve essere importata, ad esempio dal vicino Ghana. Da tale quadro ne deriva che è sufficiente una scarsa stagione delle piogge per creare i presupposti di una immediata carestia.

Le coltivazioni sono quindi per le necessità di sopravvivenza perché tutto dipende dall’arrivo della pioggia. Come fanno a vivere nelle città dove non è possibile questa coltivazione primordiale?

Ulteriori criticità sono legate ad una problematica di sovranità alimentare e di dumping da parte di prodotti esteri: la prima deriva da una scarsa affinazione delle sementi locali, dovendosi quindi gli agricoltori rifornire di sementi cosiddette “migliorate” essenzialmente di produzione francese o belga, la seconda dalle massicce importazioni di riso, eccedenze dei paesi del sud-est asiatico, a bassissimo prezzo, con la conseguenza di penalizzare o annullare la produzione locale, di maggiore costo di produzione appunto per la difficoltà tecnica ed economica legata all’irrigazione. 

Il progetto di Salute e Sviluppo, che lei ha esaminato, come progredisce in questa situazione così precaria?

In tale quadro si situa il progetto, che prevede la messa a coltura di determinate superfici in 3 Lotti per un’estensione di circa 50 ettari, lungo un canale di irrigazione realizzato dal governo burkinabè con prestiti della Banca Africana, appunto per incentivare la produzione locale su vasta estensione. Dalla missione precedente presso il luogo di intervento, la situazione ora è totalmente evoluta: i terreni sono stati dissodati, è già stata realizzata la produzione durante la precedente stagione delle piogge. Al contempo tuttavia sono stati realizzati due dei tre impianti di sollevamento per irrigazione ad energia fotovoltaica, mentre sono in corso di realizzazione i canali per il trasporto dell’acqua: il risultato più immediato è che sta partendo la piantumazione dei terreni, per le parti irrigate con gli impianti solari, in contro stagione, ossia durante la stagione secca. E’ questa la produzione che, oltre a garantire i maggiori introiti economici alla vendita quando non sussiste sul mercato alcuna altra produzione se non di importazione, contribuisce alla resilienza, ossia alla capacità di resistenza in caso di eventi climatici avversi, permettendo al contempo la vendita del prodotto ad un prezzo concorrenziale grazie al risparmio economico derivante dall’utilizzo di energia solare in luogo dei (costosi) combustibili fossili.

A corollario di questo, si è verificato anche il completamento dei fabbricati a servizio della produzione, ossia il blocco uffici, gli alloggi, e i due magazzini per lo stoccaggio dei prodotti, tra cui quello dotato di camera di conservazione a freddo, mentre la struttura si è dotata anche di una decorticatrice per la lavorazione del riso e quindi la vendita del prodotto semilavorato a maggior valore rispetto al grezzo.

Infine, la Cooperativa di giovani operatori nella progettazione ed installazione di impianti fotovoltaici: si sono tenuti i corsi di formazione da parte dello scrivente, riscontrando, oltre a già presenti capacità tecniche, anche volontà ed impegno nell’approfondire più specifiche tematiche teoriche, sicuramente un passo oltre la realtà locale che vede pressoché alcuna preparazione tecnica da parte di professionisti locali, abituati ad installare impianti più per esperienza che con vera cognizione di causa.

In ogni caso, il progetto è tuttora in evoluzione, ma si sta ora iniziando a vedere presto i frutti dell’impegno profuso durante la prima parte delle attività, e si confida che, per l’attuale gestione delle operazioni, i risultati saranno forse addirittura superiori alle aspettative.

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Acqua potabile a Bagré, Burkina Faso

Si è appena conclusa l’iniziativa “Progetto imprenditoriale femminile per l’impacchettamento e la vendita di acqua a Bagré’” cofinanziata dalla Fondazione Prima Spes Onlus.

Durante la prima fase di implementazione, le attività progettuali si sono focalizzate sulla costruzione degli uffici operativi della micro-impresa e sull’acquisto delle attrezzature per il trattamento dell’acqua. La società burkinabé WANGRAWA AMED AND SON COMPANY si è occupata dell’installazione delle macchine per l’impacchettamento di acqua potabile, che viene immagazzinata in sacchetti 100% biodegradabili per evitare l’impatto ambientale causato dalle bottiglie di plastica, il cui riciclo è ancora difficoltoso in Burkina Faso.

In seguito alla messa in opera dell’impianto e alla verifica del suo funzionamento, sono state svolte le attività di formazione per il corretto utilizzo e gestione dei macchinari, che hanno coinvolto le donne che gestiscono la micro-impresa.

È stata inoltre realizzata una campagna di sensibilizzazione, coinvolgendo la radio locale “Bagre pole Fm Radio”, per educare le comunità locali appartenenti alla diocesi di Tenkodogo sull’importanza dell’acqua potabile, sui rischi derivanti dal suo scarso consumo e sulle patologie derivanti da fonti di acqua inquinata. La campagna si è svolta nei punti strategici di aggregazione del territorio, coinvolgendo anche le scuole e i villaggi limitrofi.

Tale progetto ha avuto un impatto positivo per l’intera comunità locale, non solo da un punto di vista sanitario assicurando l’acqua potabile, ma permettendo allo stesso tempo di promuovere l’inclusione socio-economica e lavorativa delle donne.

In termini numerici, i risultati raggiunti si traducono in: 2 edifici realizzati, 3 macchinari installati per l’impacchettamento dell’acqua, 1000 sacchetti di acqua prodotti al giorno, 10 donne selezionate e formate, 1 comitato di gestione costituito, 1 micro-impresa avviata, 8 villaggi, 9 parrocchie e 12 scuole servite da acqua potabile e circa 3.000 persone sensibilizzate sulle tematiche chiave del progetto.

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Foto. Alcune delle donne selezionate e formate