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REPUBBLICA CENTRAFRICANA: CRESCE IL NOSTRO IMPEGNO PER LA SALUTE E LA NUTRIZIONE

Grazie all’iniziativa “Salute e Nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-prefettura di Bossemptélé”, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), prosegue l’impegno di Salute e Sviluppo per aumentare l’accesso ai servizi essenziali di base in Repubblica Centrafricana. Il progetto, avviato il 27 settembre 2021, si pone in continuità con le precedenti iniziative di emergenza a sostegno della popolazione di Bossemptélé, con l’intento di garantire alle fasce particolarmente vulnerabili l’accesso alla salute, al cibo e all’acqua.

La Repubblica Centrafricana (RCA) è uno dei paesi più poveri al mondo. La grave crisi umanitaria che da anni investe il paese continua a creare drammatiche ripercussioni sulle condizioni di vita della popolazione.

A livello sanitario, il paese si trova in uno stato cronico di emergenza a causa della carenza di farmaci e strumentazione adeguata e della mancanza di personale qualificato e specializzato. Le strutture sanitarie al di fuori della capitale sono pressoché inesistenti e i recenti scontri tra forze ribelli e milizie governative hanno notevolmente limitato la loro capacità di fornire cure in particolare a donne e bambini.

Nella sottoprefettura di Bossemptélé il tasso di accesso ai servizi sanitari è solo del 45%. L’ospedale San Giovanni Paolo II è l’unica struttura ospedaliera presente. L’accoglienza dei pazienti (anche di casi urgenti) avviene in una piccola e unica stanza dove si effettuano anche le consultazioni. Lo spazio per un pronto intervento risulta decisamente inadeguato e non sufficientemente equipaggiato. Soltanto in cinque villaggi esistono dei poste de santé, strutture di primo livello collocate in aree periferiche e remote, nelle quali operano i “securiste” (assistenti infermieri che non hanno alcun titolo di studio) e che funzionano principalmente su base comunitaria. Versano in condizioni precarie, sono composte da una o due piccole stanze, con tetti e pareti ricchi di fessure e ampie aperture che provocano allagamenti in caso di pioggia, dove si partorisce per terra in assenza di letti e sedie. La maggior parte di esse è sfornita di arredo, priva di materiale di consumo e attrezzature mediche. Alcune vengono utilizzate come dimora notturna quando non in servizio.

Inserendosi in questo fragile contesto, il progetto intende rafforzare l’assistenza sanitaria e nutrizionale delle comunità locali, aumentando la disponibilità, la qualità e la copertura dei servizi offerti in Ospedale e nei villaggi e garantendo l’accesso a cibo e acqua.

Quello che concretamente il progetto farà a beneficio di circa 25.000 persone che popolano l’area di intervento agirà su due livelli interconnessi.

In Ospedale è previsto di:

  • Riabilitare la sala di prima accoglienza e consultazioni
  • Fornire farmaci e consumabili
  • Organizzare sessioni formative del personale sanitario
  • Realizzare ed equipaggiare un locale per la preparazione del cibo
  • Distribuire pasti giornalieri ai pazienti

Nei villaggi si intende:

  • Riabilitare tre dispensari e realizzare un nuovo poste de santé
  • Formare gli operatori dei poste de santé
  • Potenziare il servizio di clinica mobile e informazione educazione e comunicazione (IEC) igienico-sanitaria e nutrizionale

Il progetto avrà una durata annuale. Vi terremo presto aggiornati sullo stato di avanzamento delle attività e suoi risultati che raggiungeremo!

Aiutiamo le nostre missioni

La storia delle missioni camilliane è ormai una storia secolare. I religiosi dell’Ordine nel suo primo secolo di vita, il XVII secolo, erano impegnati soprattutto in Italia dove non mancavano situazioni drammatiche con le ripetute epidemie e pestilenze in cui i camilliani diedero spesso testimonianza di eroica carità. Una fra tutte la celebre peste a Milano del 1630, di manzoniana memoria, dove morirono “martiri della carità” oltre 25 religiosi, ma anche all’estero i camilliani venivano chiamati a portare soccorso ai feriti nelle numerose e sanguinose guerre che imperversavano in tutta l’Europa (campagna di Ungheria nel 1595, nella guerra dei Trent’anni nel 1627, in Spagna e in Portogallo). Non a torto i crociferi camilliani sono stati riconosciuti come i precursori della Croce Rossa Internazionale.

Interventi nei paesi lontani in una forma più stabile iniziarono a partire dal 1710 con le prime fondazioni dell’America Latina a Lima in Perù cui seguirono centri in Bolivia, Equador, Colombia, Cile, Messico. A partire dalla fine del settecento, in pochi decenni, prima per le leggi autonomistiche di Giuseppe II poi per le radicali soppressioni napoleoniche l’Ordine camilliano parve giungere all’estinzione. Passata la bufera napoleonica lentamente l’Ordine si riprese e ricominciarono anche le partenze per le nuove missioni. Nel 1867 i primi camilliani, guidati dal padre Stanislao Carcereri partirono per il Sudan al fianco del padre, oggi santo, Daniele Comboni. Purtroppo quella prima spedizione ebbe vita breve e bisognerà aspettare quasi un secolo per vedere nuove spedizioni missionarie in Africa e negli altri continenti. Ad oggi i missionari camilliani sono presenti in numerosi paesi di tutti e cinque i continenti (Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Irlanda, Georgia, Armenia, Brasile, Argentina, Cile, Perù, Colombia, Ecuador, Messico, America del Nord, Burkina Faso, Benin, Repubblica Centroafricana, Costa d’Avorio, Kenia, Uganda, Tanzania, Haiti, India, Filippine, Taiwan, Vietnam, Tailandia, Indonesia, Pakistan).

In questa lunga storia si inserisce nel 1996 Salute e Sviluppo (SeS) con la presidenza di padre Efisio Locci. Nata per volere del Superiore Generale Frank Monks e Consulta dell’Ordine in attuazione di una decisione del Capitolo Generale si costituisce come una Organizzazione Non Governativa per supportare le attività dei religiosi camilliani che operano come suoi partner locali nei paesi in via di sviluppo. L’obiettivo è migliorare le condizioni sanitarie di quelle popolazioni e contribuire alla loro crescita ed autonomia. Da allora Salute e Sviluppo è una delle colonne portanti delle missioni camilliane.

I progetti di cooperazione di SeS intervengono principalmente nell’ambito socio-sanitario e del settore dello sviluppo umano, costruendo ospedali, scuole e acquedotti ed implementando la produzione alimentare e zootecnica. Tutti gli interventi sono finalizzati ad ottenere la propria sostenibilità e sono caratterizzati da un approccio altamente formativo della popolazione locale.

I progetti già realizzati e conclusi con il contributo di Salute e Sviluppo sono ormai oltre un centinaio dai più piccoli del valore di qualche migliaio di euro ai più grandi che superano il milione di euro. La Provvidenza di Dio, attraverso i più diversi donatori, pubblici e privati è stata davvero grande e non si finirà mai di ringraziare.

Vogliamo ricordare alcuni dei progetti attualmente in corso di realizzazione. Essi si concentrano sulle situazioni di emergenza in Africa Occidentale, Africa Centrale ed Asia.

In Repubblica Centrafricana le iniziative hanno come obiettivo il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie dell’area di Bossemptélé, Diocesi di Bouar. Un esempio è il progetto “Rafforzamento dei servizi sanitari dell’ospedale Giovanni Paolo II, gestito dai Religiosi Camilliani di Bossemptélé, che intende migliorare l’accesso ai servizi sanitari per la popolazione vulnerabile ed aumentare la sua capacità di raggiungere i villaggi limitrofi con un servizio di clinica mobile e assistenza domiciliare. L’ospedale è stato potenziato con la fornitura di medicinali, strumentazione medica, apparecchiature biomedicali ed una maggiore erogazione di servizi. Il personale sanitario è stato invece formato in ambito ortopedico, pediatrico, farmaceutico e per il laboratorio analisi. Grazie a questo intervento, 4300 persone di cui 1250 bambini possono usufruire ora dei servizi ospedalieri e di visite mediche.

In Africa Occidentale, in Burkina Faso, per migliorare lo sviluppo socio-economico dell’area di Tenkodogo, sono stati avviati due progetti innovativi. Il progetto “L’Oro di Bagrè” per incrementare la coltivazione, produzione e commercializzazione del riso e il progetto “Latte sano” per Tenkodogò, nella provincia di Boulgou, dove la soglia di povertà registra un indice pari al 55,1% e presenta gravi limiti di accesso ai servizi sanitari di base, all’istruzione, all’acqua potabile, alla capacità di generare reddito. Con queste iniziative, sono state migliorate le tecniche di produzione e produttività del riso, facilitandone l’accesso alla popolazione dell’area e sopperendo al bisogno alimentare della zona. L’agricoltura tradizionale è stata trasformata in una agricoltura moderna, fornendo strumenti agricoli innovativi e una formazione tecnico-professionale adeguata.

Dopo aver costruito tante strutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo e aver contribuito in modo significativo alla loro crescita, ora più che negli anni passati Salute e Sviluppo viene interpellata dai nostri missionari per aiutare a i malati più poveri che non riescono a pagare integralmente le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie.  Mi riferisco in particolare agli ospedali nei paesi più poveri del mondo, come quelli nella Repubblica Centroafricana, nel Burkina Faso, nel Benin, nella Costa d’Avorio senza dimenticare quelli in Kenya, in Armenia, in Georgia, ecc…

A questo proposito Salute e Sviluppo intende istituire il Fondo AMOC Missioni Camilliane dedicato a questo scopo. La sigla AMOC sta per Assicurazione Malati Opere Camilliane in quanto il fondo sarà erogato come rimborso delle spese sanitarie dei malati bisognosi che si affideranno alle cure nelle strutture sanitarie camilliane e si iscriveranno all’AMOC. Chiediamo a tutti i lettori di  Salute e Sviluppo di voler contribuire ad alimentare questo fondo il cui utilizzo sarà reso pubblico sul sito web di Salute e Sviluppo. Le offerte ricevute potranno beneficiare delle detrazioni fiscali di legge.

Confidiamo che, tramite questa nuova iniziativa, la Provvidenza di Dio continuerà ad aiutarci. (P. Felice de Miranda)

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NUOVA GOVERNANCE DELLA ONG SALUTE E SVILUPPO

Consiglio Direttivo: da sinistra fr. Carlo Mangione, fr. Ignacio Santaolalla, p. Felice de Miranda, p. Efisio Locci, sig.ra Mariella Oggioni

Salute e Sviluppo (www.salutesviluppo.org) è una Associazione Italiana No Profit costituita nel 1996 per volontà della Consulta Generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (Camilliani). La ONG si ispira ai valori evangelici e al carisma di San Camillo de Lellis ed ha come missione la promozione di progetti sanitari e di sviluppo nei paesi del mondo dove c’è più bisogno, e specialmente nei paesi dove sono presenti l’ordine camilliano e gli istituti religiosi femminili della famiglia carismatica camilliana.  Da venticinque anni, senza soluzione di continuità,  sotto la presidenza del suo fondatore padre Efisio Locci ha promosso progetti di sviluppo in Africa, Asia ed America Latina, principalmente nei settori socio-sanitario (ospedali, centri medici), educativo (alfabetizzazione e formazione) e nel settore primario (agricolo e zootecnico) in partenariato con le Province, Vice-Province, Delegazioni dell’Ordine dei Ministri degli Infermi di San Camillo de Lellis presenti, con le loro infrastrutture sanitarie, in oltre 40 Paesi del mondo. E’ principalmente attiva in Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Kenya, India, Indonesia, Pakistan, Vietnam. Ha operato e mantiene tutt’ora legami in Benin, Togo, Somalia, Thailandia, Colombia, Brasile e Perù.

Dal 2001 Salute e Sviluppo è stata riconosciuta dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale ed è iscritta nell’elenco AICS (Agenzia Italiana Cooperazione Internazionale) delle organizzazioni abilitate a presentare iniziative di Cooperazione Internazionale nei Paesi in Via di Sviluppo.

Nel giugno del 2021 padre Efisio Locci aveva presentato all’Assemblea dei soci le sue dimissioni da presidente per ragioni di età e di salute.

Il giorno 14 settembre 2021, nella Casa Generalizia dell’Ordine che ospita la sede di Salute e Sviluppo si è tenuta l’assemblea ordinaria per rinnovare, a norma di statuto, il Consiglio Direttivo dell’Associazione.

L’assemblea dei soci ha eletto i nuovi componenti del Consiglio Direttivo per il triennio 2021-2024 che sono risultati essere: padre Felice de Miranda, padre Efisio Locci, fratel José Ignacio Santaolalla Sáez, fratel Carlo Mangione e la sig.ra Mariella Oggioni. È da rimarcare la presenza nel Consiglio di quattro religiosi camilliani, due dei quali sono Consultori Generali dell’Ordine. L’assemblea ha anche nominato, a norma di statuto, il revisore legale unico, regolarmente iscritto nell’albo dei revisori contabili quale garante dell’operato dell’associazione nella persona del Dr. Peppino Profeta.

Successivamente si è riunito il nuovo Consiglio Direttivo per la nomina delle cariche all’interno del Consiglio stesso. Sono risultati eletti Presidente e Legale Rappresentante padre Felice de Miranda, Vicepresidente fratel José Ignacio Santaolalla Sáez e Segretario fratel Carlo Mangione.

A padre Locci facciamo arrivare un sentito ringraziamento da parte di tutto l’Ordine camilliano e al nuovo Consiglio l’augurio di portare avanti con rinnovato impegno le attività dell’Associazione.

Rafforzamento dei servizi sanitari dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé

Nel villaggio di Bossemptélé (Regione dell’Ohuam Pendé, RCA), il lavoro di Salute e Sviluppo nel settore “Salute” è proseguito attraverso la realizzazione di un’ulteriore iniziativa di emergenza denominata “Rafforzamento dei servizi sanitari dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé”, cofinanziata dall’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale.

Il progetto, avviato l’8 dicembre 2019 e concluso il 7 maggio 2021, ha raggiunto l’obiettivo di migliorare l’accesso ai servizi sanitari per la popolazione vulnerabile della Sottoprefettura di Bossemptélé, potenziando l’Ospedale Giovanni Paolo II e garantendo risposte adeguate e di qualità ai bisogni del territorio, attraverso un lavoro capillare di assistenza e cura anche nei villaggi limitrofi della Sottoprefettura.

La fornitura appropriata di medicinali e la copertura di parte dei costi del personale sanitario ha consentito una costante erogazione dei servizi presso l’Ospedale, nonostante una piccola riduzione dell’affluenza tra marzo e aprile 2020 a causa della pandemia Covid-19. Inoltre, l’Ospedale è stato dotato di diverse strumentazioni e apparecchiature mediche, tra cui anche test per HIV e Covid-19, migliorando l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni. Ad oggi, si registra un totale di 11.113 pazienti assististi, di cui 7.721 donne e 3.393 uomini (con una media mensile di 654 accessi).

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Per quanto concerne le attività di formazione specialistica, svolte tra fine gennaio e aprile 2021, l’impossibilità di svolgere il percorso formativo in loco, a causa dell’emergenza pandemica Covid-19 e delle restrizioni imposte sulla mobilità a livello internazionale, ha imposto il ricorso alla metodologia didattica in modalità “formazione a distanza (FAD)”. In particolare, la formazione ha riguardato le seguenti materie: chirurgia ortopedica, anestesia, neonatologia/pediatria, diagnostica per immagini (radiografia e ecografia). L’attività formativa ha coinvolto complessivamente 22 operatori sanitari, di cui 9 donne e 13 uomini.

Per quanto riguarda gli incontri di coordinamento nei dispensari/centri di salute dell’area, la formazione è stata rivolta ai cinque responsabili dei 5 “Poste de Santé” collocati nei villaggi limitrofi sull’asse di Bossemptélé-Bozum e sull’asse Bossemptélé-Bouar. Tali incontri sono stati indispensabili per migliorare il coordinamento tra l’ospedale e i dispensari pubblici nell’assistenza dei pazienti e per approfondire il dialogo e il confronto con i “curatori tradizionali”, chiarendo il ruolo e l’ambito di applicazione della medicina tradizionale, senza andare in contrasto con la medicina moderna. Infine, grazie alla formazione on the job sulla gestione dei farmaci, si è ottenuto un miglioramento delle competenze e un accrescimento del know-how in materia, indispensabile per la futura autonomia a livello territoriale.

Al fine di estendere il raggio d’azione dei servizi offerti alle comunità, è stato organizzato un servizio di clinica mobile nei villaggi, con l’utilizzo di un’ambulanza (acquistata grazie al finanziamento dell’Aics) e con la presenza di un team sanitario composto da due infermieri e due counsellor dell’Ospedale. L’attività, svolta due volte a settimana, ha raggiunto 3.346 persone, di cui 2.314 donne, 1.122 uomini, rappresentate per due terzi dalla popolazione infantile (2.286). Il servizio, fin dal suo avvio, è sempre stato operativo anche a seguito delle disposizioni presidenziali anti-contagio e nel pieno rispetto delle stesse, effettuando visite domiciliari finalizzate all’assistenza sanitaria e al supporto psicologico.

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Le attività di informazione, educazione e comunicazione (IEC) in ambito igienico sanitario hanno rappresentato una componente fondamentale dell’azione, tanto che le azioni hanno raggiunto la partecipazione attiva di 4.043 persone, di cui 2.182 donne e 1.861 uomini. Una volta a settimana, due educatori dell’Ospedale si sono recati presso i villaggi e le comunità di riferimento trattando le seguenti tematiche: prevenzione delle principali malattie endemiche ed infezioni, malnutrizione, consultazioni prenatali, protezione del bambino, dichiarazione delle nascite, importanza della scolarizzazione, etc. L’attenzione mostrata dai partecipanti è stata molto elevata, motivo per cui si è scelto di coinvolgere 30 donne (anziché 5) nelle attività di educazione alla pari da diffondere presso gli altri membri dei rispettivi villaggi.

Per l’implementazione di tutte le attività e il perseguimento degli obiettivi prefissati, fondamentale è stato sia il lavoro svolto dai partners locali, l’Ospedale Giovanni Paolo II e la Comunità camilliana in RCA, sia il continuo supporto e coinvolgimento di tutti gli stakeholders locali (Ministero della Salute e della Popolazione, l’Associazione ASSOMESCA, l’Ordine delle Suore Carmelitane).

Il progetto, in connessione con altre iniziative realizzate da SeS in RCA, ha gettato le basi per ulteriori azioni di sviluppo e di crescita del territorio. A livello sociale, le attività si configurano come strumenti cognitivi, importanti per la salvaguardia della salute comunitaria nel medio-lungo periodo, producendo un impatto tangibile sui target group interessati, favorendo altresì sensibilità e responsabilità comune.visite-mediche-in-ospedaleattrezzature-sanitarie