• Piazza della Maddalena 53 - 00186, Roma
  • Tel. +39.06 899 28 151-2-3-4
  • info@salutesviluppo.org

Tag Archives: #BurkinaFaso

Progetto Latte Sano: aggiornamento dall’Africa Subsahariana

A Bagrè, in Burkina Faso, continua il progetto “Latte Sano” nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dall’emergenza Covid-19. Il progetto, grazie al finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), prevede la costruzione di una stalla per sessanta mucche da latte e la realizzazione di una centrale del latte, con la conseguente produzione e distribuzione di latte fresco e prodotti caseari.

Il latte è un elemento fondamentale e prezioso per la crescita e lo sviluppo dei bambini. Tuttavia, a causa del clima secco e caldo che caratterizza questa zona, diventa sia un alimento difficile da produrre (vista la mancanza di foraggio per il bestiame) sia di difficile mantenimento, diventando così vettore di malattie.
Per rispondere a questi problemi, il progetto prevede la realizzazione di una latteria sociale per garantire la disponibilità di latte fresco pastorizzato per la popolazione locale con un’attenzione particolare agli alunni delle scuole primarie del distretto e alle strutture sanitarie collocate nel territorio.

La seconda fase del progetto prosegue con la costruzione della stalla per la stabulazione delle mucche da latte e uno spazio dedicato alla mungitura, che sono quasi ultimate.
Sono recentemente arrivate le sessanta mucche da latte con i loro vitelli. L’Africa subsahariana presenta delle difficoltà nel reperimento di questi animali: in Burkina Faso non esistono razze che producono una quantità elevata di latte. Per questo motivo, abbiamo preso parte ad un programma di miglioramento della razza, diretto da alcune università, che prevede il sostegno tecnico e scientifico per l’alimentazione e la sanità dell’animale.
Su consiglio degli esperti abbiamo acquistato animali provenienti dal Niger, una zona non esente da difficoltà. Dopo tre giorni di viaggio, gli animali sono arrivati presso le nostre stalle e hanno svolto un periodo di quarantena precauzionale. La gestione degli animali è stata delegata ai veterinari del consorzio di miglioramento delle razze che si occuperanno della loro salute.

4

8

Abbiamo già ultimato la centrale del latte, in cui il latte sarà lavorato e confezionato. Le prossime fasi che affronteremo riguarderanno la realizzazione dei percorsi formativi teorico/pratici con la modalità del training on the job, al fine di trasferire competenze tecniche agli allevatori e i produttori locali. Inoltre, saranno fornite nozioni essenziali rispetto alla gestione degli allevamenti (alimentazione, norme igieniche, tecniche per la produttività etc) e all’utilizzo dei nuovi macchinari.

Infine, sarà creato un consorzio tra i produttori locali, generando un circolo virtuoso per il progresso del territorio. Saranno commercializzati i prodotti sui mercati locali, assicurando cibo di qualità ed accessibile anche alla popolazione più povera dell’area di intervento.

1

L’emozione della missione: Mariella

Mariella, ci racconti come ti sei avvicinata al mondo della cooperazione internazionale e del terzo settore?

Al termine dei miei studi superiori in Sardegna, mi sono trasferita a Forlì per continuare la mia formazione. Sono sempre stata interessata a ciò che accadeva nel panorama internazionale e ho scelto così di frequentare il corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Durante gli ultimi anni del mio percorso universitario mi sono specializzata nel tema dei diritti umani, discutendo una tesi sulla diversa reazione della comunità internazionale rispetto ai casi del Kossovo e della Cecenia.
Successivamente, mi sono trasferita a Roma per frequentare un master in Tutela internazionale dei diritti umani, svolgendo un periodo di stage presso il Ministero degli Affari Esteri. Durante questa esperienza mi sono avvicinata al mondo delle Organizzazioni Non Governative e vedendone l’operato il mio interesse per il mondo del terzo settore è diventato più forte.
In seguito, ho conseguito un altro master in Project Manager della cooperazione internazionale e durante l’esperienza di stage sono entrata in contatto con Salute e Sviluppo, dove – dopo una parentesi professionale in Spagna – ho iniziato a lavorare stabilmente.

Di cosa ti occupi a Salute e Sviluppo?

Mi sono fin da subito occupata di progettazione e gestione dei progetti, dal 2013 mi occupo anche dell’amministrazione generale di SeS.

Cosa ti è piaciuto di Salute e Sviluppo come organizzazione?

Salute e Sviluppo mi è piaciuta subito sia per l’ambiente lavorativo stimolante e socievole nell’ufficio a Roma, sia per la tipologia di progetti.. sono continuativi nel tempo.
Spesso, una volta ultimato un progetto, manca un controllo successivo sul territorio. La sostenibilità nel tempo dei progetti di Salute e Sviluppo è invece garantita dal fatto che si avvale del supporto e affiancamento dei Camilliani nei vari paesi d’intervento, che – a prescindere dalla durata del progetto – saranno sempre presenti sul territorio per la loro missione, ovvero il sostegno sanitario alle fasce più vulnerabili della popolazione. Con SeS riusciamo a migliorare i loro servizi ospedalieri o costruirne dei nuovi.
Inoltre, apprezzo fortemente lo scambio multiculturale e inter-religioso. Ho osservato durante le missioni come al fianco dei missionari lavorino persone che spesso professano una religione differente. Vi è molto rispetto e stima reciproca, oltre che piena collaborazione.

Cosa ti ha spinta a scegliere di partire per le varie missioni?

Come detto prima, la mia passione per il terzo settore nasce durante il mio percorso universitario, dove mi sono avvicinata a materie che si occupavano di diritti umani. Il passaggio poi è stato naturale: dopo essermi occupata di difesa dei diritti umani, di burocrazia ministeriale, ho capito che avevo bisogno di qualcosa di più. Sentivo l’esigenza di vedere concretamente il lavoro sul campo, conoscere i beneficiari, vedere l’attivazione dei servizi. Posso sintetizzare che i miei occhi avevano bisogno di vedere realizzato ciò che progettavo sulla carta.

Cosa ti emoziona del tuo lavoro?

Mi emoziona vedere il nascere e il concludersi di qualcosa: poter partire in loco e vedere uno spazio in cui non vi è nulla… ritornarci e poterne osservare la trasformazione. Ad esempio, in una delle mie prime missioni, in Benin, mi sono emozionata vedendo – dopo più di un anno dall’inizio del progetto – come un terreno arido e isolato si fosse trasformato in un ospedale.. come funzionasse correttamente e fosse diventato anche centro di aggregazione.
E’ stupendo riscontrare come i progetti di Salute e Sviluppo, grandi o piccoli che siano, impattino concretamente sulla vita dei beneficiari, trasformandola e migliorandola.

Parti per Paesi in cui le condizioni che trovi non sono delle più facili.. E’ faticoso per te?

Sicuramente occorre avere un grande spirito di adattamento. Serve sia per le condizioni di vita quotidiana, sia per le situazioni di solitudine che talvolta bisogna affrontare.
Mi spiego meglio.. quando si parte in missione non si trascorre la maggior parte del tempo in una grande città, dove si ha modo di incontrare cooperanti o persone che svolgono lavori in diversi settori provenienti da Paesi di tutto il mondo. La permanenza nella capitale dura di solito solo qualche giorno. È un momento di passaggio prima di immergermi a 360 gradi nel vero contesto locale.
I nostri progetti si trovano soprattutto nelle aree più fragili e isolate di un Paese.. di conseguenza ci si ritrova in villaggi in cui difficilmente vi sono altri “espatriati” e/o non vi è la sicurezza per poter uscire da soli.

Qual è l’aspetto che ti piace delle missioni?

Senza dubbio l’incontro con la popolazione locale. Nelle grandi città sono abituati all’arrivo e alla presenza di personale straniero, vi è più movimento. Nei piccoli villaggi, che non hanno relazioni con l’esterno, le persone sono accoglienti, gioiose. i bambini sono curiosi, ospitali, vogliono toccarti, chiacchierare e giocare con te.. tutti si salutano, ma soprattutto si sente un forte spirito di comunità in cui tutti si conoscono. È veramente sorprendente sentire questo calore umano.

Qual è il Paese in cui hai trovato difficoltà?

Credo la Repubblica Centroafricana. È uno dei Paesi più poveri al mondo, in cui la difficoltà principale è la mancanza di mezzi per poter lavorare, ma è anche il Paese che più mi è rimasto nel cuore.
Mentre in Burkina Faso oggi vi è un grosso problema di sicurezza. Rispetto alle mie prime missioni, dal 2010 ad oggi ho visto un notevole cambiamento nel Paese: da veramente tranquillo a piuttosto pericoloso per via degli attentati terroristici che dal 2016 colpiscono talvolta la capitale e soprattutto la zona nord ed est della nazione.

Per quanto riguarda gli altri continenti?

Ho svolto missioni in Perù e in Vietnam.
In entrambi i casi mi ha impressionato la stretta convivenza tra standard di vita elevati e la povertà anche più evidente rispetto ad alcuni Paesi dell’Africa. Ad esempio, a Lima, in Perù, questa diversità risalta in maniera prepotente: da un angolo all’altro dello stesso quartiere lo scenario che si incontra cambia completamente.
Anche l’esperienza in Vietnam è stata forte: si passa da metropoli sviluppate e turistiche come Hoc Chi Minh a villaggi nel sud del Paese in cui la povertà è estremamente elevata.

 

 

84103790_2600437056878586_865532748771622912_o

img_6163

La raccolta del riso a Bagré – Burkina Faso

Continuando a promuovere una “Produzione risicola innovativa e valorizzazione dei prodotti agricoli locali per la sovranità alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile nella zona di Bagré, Provincia di Boulgou, Burkina Faso“, siamo giunti alla fase di raccolta del riso!

raccolta riso Bagre 1

raccolta riso Bagre 2

raccolta riso Bagre3

raccolta riso Bagre 4

raccolta riso Bagre 5

Per saperne di più sul progetto, leggi i seguenti articoli 

Con la Cooperazione Italiana in Burkina Faso per promuovere un’agricoltura moderna sostenibile

Coltivazione innovativa e sperimentale in Burkina Faso

Coltivazione innovativa e sperimentale in Burkina Faso

Il progetto “Produzione risicola innovativa e valorizzazione dei prodotti agricoli locali per la sovranità alimentare e lo sviluppo rurale sostenibile nella zona di Bagré, Provincia di Boulgou, Burkina Faso è giunto alla sua seconda annualità. L’iniziativa, che si sta realizzando grazie al cofinanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), vede il coinvolgimento di partner burkinabé (ONG SAPHE, Delegazione Camilliana, Università USTA di Ouagadougou) e di partner italiani come l’ENEA, il CIPA e la Fondazione De Miranda.

Durante il primo semestre del secondo anno di progetto sono stati seminati circa 25 Ha di terreno a riso e circa 10 Ha a mais. Sono state effettuate le cure colturali e attualmente si è in attesa delle prossime raccolte, previste a partire dal mese di ottobre. Nei campi sperimentali si sono concluse le prove colturali del riso che hanno interessato le sei varietà di riso concordate con gli esperti dell’ENEA, più una reperita durante la preparazione delle parcelle medesime. Seguendo i protocolli colturali, sono state portate a maturazione le varietà.

Si è completata l’attività di coltivazione di cipolle su un ettaro e si è proceduto con la raccolta, la vendita (parziale) e la distribuzione del prodotto presso i centri camilliani in favore degli assistiti.

Su una porzione di terreno di circa mezzo ettaro, in prossimità del canale dell’acqua, è stata condotta in maniera tradizionale la coltivazione di cavoli e pomodori. Gli orti, seppur organizzati in piccoli appezzamenti, hanno assunto la caratteristica di orto comunitario, non gestiti in maniera individuale, ma coltivati in maniera collettiva, e i prodotti ottenuti sono stati distribuiti sulla base del lavoro dedicato da ogni partecipante.

La formazione tecnica può contare sulla collaborazione del formatore agricolo dell’Università USTA di Ouagadougou. A cadenza mensile, il formatore si reca nei terreni di Bagré per supportare i coltivatori nel rafforzamento delle loro competenze secondo la modalità del training on the job.

È proseguita la formazione rivolta ai giovani installatori e manutentori di sistemi fotovoltaici. È stato individuato un esperto locale per lo start up della cooperativa, che ha supportato la stessa nelle procedure di legalizzazione e messa a punto dello “Statuto e Regolamento interno” e che ha impartito lezioni per lo sviluppo delle competenze nel settore di riferimento. Le attività di “training on the job” stanno proseguendo con i lavori di installazione e realizzazione degli impianti per l’unità agricola.

formazione risicola 1

 

formazione risicola 2

Progetto imprenditoriale femminile per la distribuzione di acqua potabile a Bagré

Continua l’impegno di Salute e Sviluppo nel promuovere iniziative per migliorare le condizioni di vita delle comunità di Bagré (Burkina Faso) e sostenere azioni per l’uguaglianza di genere, grazie all’avvio del progetto cofinanziato dalla Fondazione Prima Spes Onlus.

Nonostante il Burkina Faso abbia registrato notevoli progressi nell’accesso a fonti di acqua potabile, ancora notevoli disparità esistono tra aree urbane e rurali. Le malattie idro-trasmissibili rappresentano il 9% delle cause di mortalità in generale e il 19% di mortalità infantile. Inoltre, l’approvvigionamento idrico e le criticità ad esso connesse sono particolarmente rilevanti per le donne, prime responsabili della raccolta dell’acqua e delle altre attività ad essa legate.

Le attività dell’iniziativa “Progetto imprenditoriale femminile per l’impacchettamento e la vendita di acqua a Bagré” hanno avuto inizio il 10 aprile 2018.

L’intervento si propone di favorire l’imprenditorialità femminile, attraverso la creazione di una micro-azienda per l’impacchettamento di acqua potabile e, al contempo, di aumentare la consapevolezza della popolazione locale sull’utilizzo di acqua impura e in materia igienico-sanitaria.

Beneficiari diretti del progetto saranno 10 donne vulnerabili, che saranno accompagnate nell’avvio dell’attività imprenditoriale per la vendita dell’acqua. Beneficeranno indirettamente dell’iniziativa circa 60.000 persone delle comunità locali circostanti (comprese le scuole), che potranno acquistare acqua potabile ad un costo sociale, e circa 3.000 persone che parteciperanno a sessioni educative in materia igienico-sanitaria in punti strategici di aggregazione del territorio e nelle scuole.

Il progetto sarà implementato coinvolgendo realtà ben radicate e già operanti nel territorio, con le quali Salute e Sviluppo ha intrattenuto pregressi rapporti di collaborazione: la Diocesi Tenkodogo, quale controparte, la Parrocchia di Bagré, la Maison de l’Entreprise du Burkina Faso e il Pole de croissance de Bagré.

L’iniziativa contribuirà allo sviluppo dell’area e all’inclusione socio-economica delle fasce più vulnerabili della popolazione in un’ottica di uguaglianza di genere.

Un progetto a sostegno della filiera lattiero-casearia in Burkina Faso

Latte Sanoè l’importante iniziativa che Salute e Sviluppo ha avviato quest’anno in Burkina Faso con il principale obiettivo di aumentare l’accesso a prodotti lattiero-caseari sicuri, a vantaggio della nutrizione e della salute della popolazione locale.

In Burkina Faso la produzione locale di latte è infatti fortemente deficitaria poiché le attività lattiero-casearie sono presenti in maniera esigua e portate avanti con metodi tradizionali e rudimentali, e di conseguenza il Paese è costretto a importare enormi quantità di latte in polvere.

Salute e Sviluppo e la Vice-Provincia Camilliana Burkinabé intendono rispondere a questa problematica attraverso la realizzazione di un’unità zootecnica nell’area di Bagré, nella provincia di Boulgou.

Il progetto, in fase di realizzazione grazie al contributo dei fondi 8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), prevede la realizzazione di una stalla per l’allevamento di vacche da latte, con annessa una moderna sala di mungitura, nonché lo sviluppo di una latteria sociale nella zona industriale di Bagré, che garantirà la disponibilità di latte fresco pastorizzato per la popolazione locale, con un’attenzione particolare agli alunni delle scuole primarie e alle strutture sanitarie del territorio circostante.

I lavori hanno avuto inizio a maggio di quest’anno, con l’apertura in contemporanea di due cantieri per la costruzione della stalla e della centrale del latte.

Una volta ultimata la stalla, verranno immessi gradualmente i capi di bestiame e avviato l’allevamento finalizzato alla produzione di latte.

Al fine di trasferire competenze tecniche in allevamento e sui processi di estrazione e trasformazione del latte, il progetto prevede anche la realizzazione di percorsi formativi teorici/pratici da parte di esperti italiani in breve missione e da consulenti locali.