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SALUTE E NUTRIZIONE A BOSSEMPTÉLÉ

Salute e nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-Prefettura di Bossemptélé” è stato un progetto di cui più volte vi abbiamo parlato, raccontandovi tutti i traguardi che pian piano abbiamo raggiunto; adesso si è concluso e siamo contenti di aggiornarvi sui dati positivi che ha registrato. Il progetto, facente parte dell’“Iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione vulnerabile in Repubblica Centrafricana”, è stato finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) ed è partito nel settembre del 2021.

Gli interventi si sono concentrati a Bossemptélé, città dove ha sede l’Ospedale Giovanni Paolo II – polo sanitario dell’intera regione – e nei 75 km circostanti. Ci troviamo in Repubblica Centrafricana, un paese endemicamente povero, in cui buona parte dei servizi basilari sono a panaggio di pochi, mentre la maggior parte della popolazione versa in condizioni di precarietà ed insicurezza, sia sanitaria che alimentare. Da alcuni anni – inoltre – gruppi di ribelli rendono ancora più instabile il paese, compiendo atti violenti e spaventando la popolazione, già fortemente provata.

Anche noi di Salute e Sviluppo – nel corso di questo progetto – abbiamo dovuto fare i conti con questa situazione che ha rallentato i lavori, rendendoli più difficili e pericolosi. Nonostante questo, siamo riusciti a raggiungere buona parte degli obiettivi che ci eravamo prefissati, tra cui la costruzione di un Pronto Soccorso per l’Ospedale Giovanni Paolo II. Prima del nostro intervento l’ospedale non aveva la possibilità di accogliere i pazienti più gravi in un locale adeguato, adesso il Pronto Soccorso è stato ultimato, sia nella realizzazione strutturale, che nell’allestimento. Durante quest’anno in cui procedevano i lavori di costruzione, l’Ospedale è stato comunque in grado di consultare più di 9 mila pazienti, di cui circa un terzo è stato ricoverato per ricevere le giuste cure.

Un’altra carenza che avevamo riscontrato in fase preliminare riguardava la capacità dell’Ospedale di garantire i pasti necessari ai degenti: la maggior parte di coloro che giungono nella struttura registrano un severo stato di malnutrizione e necessitano di ristabilire un corretto regime alimentare. Nel corso di questo progetto abbiamo costruito una cucina adiacente i locali ospedalieri, che può offrire tre pasti al giorno a tutti i degenti. Nonostante i lavori strutturali si siano appena conclusi, sin dall’inizio del progetto, è stata allestita una cucina provvisoria che è riuscita a garantire 3 pasti completi al giorno a più di 1600 pazienti.

Per accrescere la capacità dell’Ospedale Giovanni Paolo II di far fronte adeguatamente alla richiesta di cure della popolazione locale, abbiamo deciso di avviare un programma di formazione per il personale sanitario. Grazie a questa iniziativa sono stati formati 38 operatori specializzati in ostetricia, in oftalmologia, in tecniche di laboratorio e in manutenzione dell’equipaggiamento medico.

Per rendere capillare l’accesso alle cure anche nelle aree rurali limitrofe a Bossemptélé, abbiamo riabilitato, e in alcuni casi costruito da zero, i postes de santé situati in alcuni villaggi all’interno della sotto-prefettura. Prima del nostro arrivo queste strutture risultavano pericolanti, con severi problemi strutturali e senza alcun arredo, né macchinario utile al primo soccorso. Nel corso dell’anno abbiamo ristrutturato, arredato e fornito di materiali sanitari i poste de santé di Gbawi (40 km da Bossemptélé), Bodangui, (10 km), e Bombalou (45 km) e abbiamo costruito un nuovo poste de santé nel villaggio di Yangoro, posto a 15 km da Bossemptélé. Inoltre, abbiamo formato più di 30 operatori che garantiranno un servizio sanitario efficiente, presidiando questi postes de santé. A completamento di ognuna di queste strutture è stato anche ripristinato o costruito un pozzo che fornisce acqua potabile, non solo al poste de santé, ma anche all’intera popolazione del villaggio corrispondente. Grazie ad alcune rimanenze di budget, nel villaggio di Boyaram siamo riusciti a ripristinare un ulteriore pozzo. In totale sono più di 21 mila gli abitanti che possono accedere all’acqua potabile.

Oltre a questi villaggi ce ne sono molti altri che, non possedendo un poste de santé ed essendo lontani da Bossemptélé, restano scoperti a livello sanitario. Per risolvere questa problematica abbiamo attivato e potenziato il servizio di clinica mobile che – nel corso del progetto – ha potuto visitare più di 27 villaggi, fornendo un primo soccorso alla popolazione locale. La clinica mobile ha anche avviato degli incontri di sensibilizzazione incentrati su diversi topic sanitari, riuscendo a coinvolgere più di mille persone. Negli ultimi mesi il clima di instabilità del paese si è aggravato: gruppi di ribelli armati hanno preso di mira vaste aree, tra cui parte di quella in cui opera la clinica mobile, che è stata costretta in alcuni casi a scappare. A causa di questa situazione non è stato possibile visitare molti villaggi e procedere con tutte le attività previste in precedenza.

Nonostante queste difficoltà che hanno causato diversi rallentamenti, il progetto ha registrato risultati positivi: il 14% in più della popolazione locale ha avuto accesso ai servizi sanitari, il 25% in più ha avuto la possibilità di accedere all’acqua potabile, mentre la malnutrizione è scesa dal 40 al 38%. Le strutture che abbiamo costruito e le attività che abbiamo avviato continueranno a rappresentare un valido aiuto per i locali, che avranno finalmente la possibilità di accedere a servizi sanitari adeguati e di standard più elevato.

Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Salute e nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-Prefettura di Bossemptélé AID 05/RCA/12049/2021 finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. I contenuti di questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non rappresentano necessariamente il punto di vista dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo non è responsabile per le informazioni considerate errate, incomplete, inadeguate, diffamatorie o in qualche modo reprensibili.