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CONCLUSIONE PROGETTO STOP ALLA MALARIA: GRAZIE TAVOLA VALDESE

Si è concluso nel mese di settembre 2017 il progetto Stop alla Malaria, prevenzione e cura per i bambini di Bossemptelè. L’iniziativa, avviata grazie al supporto della Tavola Valdese, ha operato in un contesto difficile dove povertà e sottosviluppo convivono con una guerra civile interna che scuote il paese fin dal 2013. Il progetto ha operato sul settore sanitario rispondendo alla necessità di cura proveniente dalla popolazione locale, configurandosi come azione di contrasto alla malaria, malattia endemica a livello territoriale e causa di morte soprattutto nella popolazione infantile.

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L’intervento si è svolto a Bossemptelè, Regione di Oham-Pendé, da Salute e Sviluppo (promotore) in partenariato con la struttura ospedaliera “Giovanni Paolo II” dove sono stati avviati percorsi di diagnosi e cura per questa malattia infettiva. Parallelamente sono state distribuite sul territorio zanzariere impregnate di insetticida e sensibilizzata la popolazione riguardo alle modalità di trasmissione della malaria, riconoscimento tempestivo dei sintomi e precauzioni per scongiurarne la diffusione.  L’impatto sul territorio e sulla salute dei beneficiari è stato significativo e la popolazione ha risposto in maniera positiva a tutte le azioni di sensibilizzazione e educazione igienico sanitaria correlate al progetto. Al termine dell’iniziativa è stato migliorato l’accesso ai percorsi di prevenzione, assistenza e cura della malaria per i bambini, garantite le cure sanitarie per il riconoscimento e la cura della malaria e ospedalizzati i bambini in condizioni critiche e necessitanti di trasfusioni di sangue o cure avanzate per un totale di 4313 pazienti assistiti e trattati. Sono state distribuite 500 zanzariere alla popolazione locale con riguardo particolare alle fasce più vulnerabili. Il progetto ha avuto un impatto ed una rilevanza così significativa tanto da attirare l’interesse del Ministero della Salute che ha voluto contribuire all’iniziativa potenziandone l’efficacia attraverso la donazione di farmaci e reagenti.

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Buone notizie per le mamme di Bossemptelé!

Grazie al supporto della Cooperazione Italiana, e nell’ambito dell’”Iniziativa di emergenza a sostegno del sistema sanitario, dell’agricoltura e sicurezza alimentare e dell’educazione della popolazione vulnerabile”, è stato avviato ufficialmente il progetto “Risposta ai bisogni neonatali nell’area di Bossemptelè” in Repubblica Centrafricana.

In un paese sfiancato dalla crisi umanitaria e dagli scontri armati sono i bambini e le donne ad essere i più vulnerabili. Ogni 1000 nati vivi, 96 bambini non superano i 12 mesi. Altrettanto allarmanti sono le statistiche relative alla mortalità delle donne al momento del parto. Quasi un terzo delle cliniche del paese è stato danneggiato o distrutto dal conflitto e la metà dei presidi medici non è più in funzione. Le cliniche attive non sono in grado di far fronte a tutte le richieste e sono sprovviste delle attrezzature necessarie ad assicurare una gestione adeguata del parto.

Bossemptelé è una delle aree meno servite da un punto di vista sanitario. Qui l’Ospedale Giovanni Paolo II, uno dei pochi non sottoposto ad attacchi da parte delle fazioni ribelli, continua a svolgere un servizio cruciale in ambito materno infantile.  La struttura tuttavia non è attrezzata per l’assistenza neo-natale e il tasso di mortalità alla nascita sfiora il 6%. Il 7% dei bambini non arriva al 1 anno di vita e il 2% nemmeno alla prima settimana. Ciò è da imputarsi, oltre alla carenza infrastrutturale, strumentale e in termini di preparazione del personale locale, anche alle condizioni di salute di madri e bambini in particolare agli alti tassi di denutrizione e malnutrizione.

Con questo progetto realizzeremo, allestiremo ed avvieremo un reparto di neonatologia presso l’Ospedale Giovanni Paolo II. Inaugureremo inoltre un servizio di assistenza domiciliare. Una componente fondamentale del progetto sarà rappresentata della formazione: oltre al trasferimento formale di conoscenze in ambito pediatrico e neonatologico al personale medico, sarà fondamentale assicurare che le donne dell’area di Bossemptelé acquisiscano nozioni di base per una corretta nutrizione e salute, per prendersi cura di sé stesse e dei propri bambini. Il progetto selezionerà pertanto un gruppo di beneficiarie che trasferiranno quanto appreso ad altre donne in 24 villaggi.

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Arti e Mestieri a Tenkodogo

Si è appena conclusa la prima annualità del progetto “Arti& Mestieri” in Burkina Faso a Tenkodogo, nella Provincia di Boulgou, un’iniziativa co-finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il Burkina Faso è uno dei paesi con il più basso indice di sviluppo umano al mondo e il 40% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. I dati a livello nazionale rivelano come soltanto il 65,4% dei giovani sotto i 20 anni (che a loro volta rappresentano circa il 60% della popolazione totale) sia disoccupato. Considerando che il numero medio di anni di istruzione è di circa 8 e sono poche le opportunità di formazione tecnico-specialistica, molti giovani restano a lungo senza un impiego decente. Ciò si ripercuote nella diffusione di occupazioni informali, non adeguatamente remunerate e spesso rischiose o degradanti.

La mancanza di prospettive, l’incapacità di esprimere i propri talenti ed aspirazioni si riflette anche in alti tassi migratori. L’età dai 15 ai 24 anni è quella più sensibile in relazione alla decisione di migrare. Le migrazioni verso l’estero sono spesso precedute da movimenti interni, dalle aree rurali alle aree urbane (l’80% della popolazione del Burkina Faso vive nelle campagne) con una pressione crescente sui servizi e sulle infrastrutture cittadine.

La provincia di Boulgou, nella regione del Centro-Est del paese, è una delle più fragili del paese: il 55,1% degli abitanti vive in condizioni di povertà. Nonostante le potenzialità economiche dell’area, sia da un punto di vista agricolo che commerciale, la mancanza di infrastrutture e di accesso ai servizi di base incide sulla capacità della popolazione locale di far fronte anche ai bisogni più fondamentali. Questa situazione e la mancanza di strutture scolastiche spinge le famiglie a non investire sulla formazione dei propri figli. La necessità di rispondere alle sfide di breve termine chiude precocemente le opportunità di cambiamento rafforzando la trappola della povertà.

Il progetto Arte e Mestieri, è nato un anno fa dalla necessità di disporre nella Provincia di Boulgou di un polo di formazione tecnica per giovani finalizzato all’inserimento professionale. Dopo aver compiuto un’analisi di mercato in relazione ai profili professionali più ricercati nella zona, si è scoperto la totale assenza di una scuola professionale nella città di Tenkodogo abbiamo deciso di costruire la scuola.

In questi dodici mesi sono stati realizzati cinque laboratori: uno per la formazione per elettricisti, uno di falegnameria, un’officina, un atelier per la saldatura dei metalli ed uno per le opere in muratura. Un blocco a parte raduna tutte le aule di formazione e un’aula docenti. Nello stesso edificio è stata realizzata la direzione amministrativa per la gestione del centro polivalente.

Una volta predisposte le strumentazioni dei singoli laboratori, verranno inaugurati i corsi di formazione tecnica.  Grazie all’entusiastica diffusione dell’iniziativa nel territorio ci si attende una partecipazione di almeno 500 studenti ogni anno.  Vi terremo aggiornati!

 

 

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Un progetto a sostegno della filiera lattiero-casearia in Burkina Faso

Latte Sanoè l’importante iniziativa che Salute e Sviluppo ha avviato quest’anno in Burkina Faso con il principale obiettivo di aumentare l’accesso a prodotti lattiero-caseari sicuri, a vantaggio della nutrizione e della salute della popolazione locale.

In Burkina Faso la produzione locale di latte è infatti fortemente deficitaria poiché le attività lattiero-casearie sono presenti in maniera esigua e portate avanti con metodi tradizionali e rudimentali, e di conseguenza il Paese è costretto a importare enormi quantità di latte in polvere.

Salute e Sviluppo e la Vice-Provincia Camilliana Burkinabé intendono rispondere a questa problematica attraverso la realizzazione di un’unità zootecnica nell’area di Bagré, nella provincia di Boulgou.

Il progetto, in fase di realizzazione grazie al contributo dei fondi 8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), prevede la realizzazione di una stalla per l’allevamento di vacche da latte, con annessa una moderna sala di mungitura, nonché lo sviluppo di una latteria sociale nella zona industriale di Bagré, che garantirà la disponibilità di latte fresco pastorizzato per la popolazione locale, con un’attenzione particolare agli alunni delle scuole primarie e alle strutture sanitarie del territorio circostante.

I lavori hanno avuto inizio a maggio di quest’anno, con l’apertura in contemporanea di due cantieri per la costruzione della stalla e della centrale del latte.

Una volta ultimata la stalla, verranno immessi gradualmente i capi di bestiame e avviato l’allevamento finalizzato alla produzione di latte.

Al fine di trasferire competenze tecniche in allevamento e sui processi di estrazione e trasformazione del latte, il progetto prevede anche la realizzazione di percorsi formativi teorici/pratici da parte di esperti italiani in breve missione e da consulenti locali.

Con la Cooperazione Italiana in Burkina Faso per promuovere un’agricoltura moderna sostenibile

Prosegue l’impegno di Salute e Sviluppo in Burkina Faso nel settore della sicurezza alimentare. Il 1 aprile 2017 ha preso il via un progetto triennale cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

La zona di intervento è Bagré, nella provincia di Boulgou, Regione Centro-Est del Burkina, che presenta un forte potenziale produttivo purtroppo frenato dall’assenza di competenze tecniche locali e da una carenza di infrastrutture e servizi agricoli.

Questo sottosviluppo del settore agricolo ha determinato una situazione di insicurezza alimentare e una conseguente forte emigrazione soprattutto giovanile verso le aree urbane alla ricerca di impiego e migliori opportunità di vita.

In questo contesto, il progetto ha dunque l’obiettivo di favorire lo sviluppo rurale dell’area attraverso un’agricoltura sostenibile e la valorizzazione dei produttori locali.

Salute e Sviluppo e il partner locale ONG SAPHE intendono dare un decisivo impulso alla promozione di una coltivazione cerealicola moderna e a più alte rese produttive, grazie al potenziamento di un’unità agricola pilota, con l’installazione di innovativi impianti di irrigazione, associati a tecniche di coltivazione efficienti e sostenibili.

Questi primi mesi di progetto hanno già visto l’esecuzione dei lavori di sistemazione dei terreni e una prima significativa coltivazione cerealicola (mais e riso) su circa 35 ettari.

L’imminente costruzione di magazzini per lo stoccaggio di cereali e ortaggi consentirà ai produttori locali di stoccare in sicurezza e di aumentare la disponibilità di prodotti agricoli per la popolazione locale, garantendo un più forte legame con il mercato.

L’iniziativa è caratterizzata anche da una componente di formazione agricola per accrescere le competenze locali, contribuendo allo sviluppo economico e sociale dell’area, e da una serie di attività didattiche e prove sperimentali di campo per lo sviluppo di protocolli di coltivazione e miglioramento delle rese produttive, con il coinvolgimento di studenti dell’Università San Tommaso d’Aquino di Ouagadougou e ricercatori italiani dell’ENEA.

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Aggiornamento progetto ambulatori in RCA

Proseguono in maniera celere i lavori di costruzione degli ambulatori oculistici e dentistici in Repubblica Centrafricana grazie al sostegno della Fondation Assistance Internationale (FAI). Il progetto, implementato nella cittadina di Bossemptelè, permetterà all’Ospedale Giovanni Paolo II di offrire cure oftalmiche e odontostomatologiche alla popolazione con riguardo particolare a quella infantile. A pochi mesi dall’avvio, Marzo 2017, il nuovo padiglione sta prendendo forma. La struttura oltre agli ambulatori prevede la costruzione dell’amministrazione e un reparto per l’ospedalizzazione in regime di day hospital. Parallelamente alle attività di costruzione sono state avviate le azioni di divulgazione e informazione sul territorio. La controparte locale sta coordinando le attività e al termine della prima annualità sarà possibile avviare i servizi. Il contesto operativo permane difficile. Il paese è ancora politicamente fragile e non mancano focolai di scontri tra gruppi ribelli. La popolazione ancora stremata dalla guerra civile stenta a rialzarsi. Le limitazioni ai diritti sono forti e l’accesso alla salute è gravemente compromesso. Il paese sprofonda sempre di più nella povertà che colpisce in maniera massiccia le fasce più vulnerabili della popolazione. L’iniziativa consentirà di fornire cure immediate a circa 2.000 bambini e diventerà un importante punto di riferimento per il territorio di intervento.

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Progetto finanziato da

 

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